In epistula qua de morte Metronactis philosophi
querebaris, tamquam et potuisset diutius vivere et debuisset, aequitatem tuam desideravi, quae tibi in omni persona, in omni
negotio superest, in una re deest, in qua omnibus: multos inveni aequos adversus homines, adversus deos neminem. Obiurgamus
cotidie fatum: ‘quare ille in medio cursu raptus est? quare ille non rapitur? quare senectutem et sibi et aliis gravem
extendit?’ Utrum, obsecro te, aequius iudicas, te naturae an tibi parere naturam? quid autem interest quam cito exeas unde
utique exeundum est? Non ut diu vivamus curandum est, sed ut satis; nam ut diu vivas fato opus est, ut satis, animo. Longa est
vita si plena est; impletur autem cum animus sibi bonum suum reddidit et ad se potestatem sui transtulit. Quid illum octoginta
anni iuvant per inertiam exacti? non vixit iste sed in vita moratus est, nec sero mortuus est, sed diu. ‘Octoginta annis
vixit.’ Interest mortem eius ex quo die numeres. ‘At ille obiit viridis.’Sed officia boni civis, boni amici, boni
filii executus est; in nulla parte cessavit; licet aetas eius inperfecta sit, vita perfecta est. ‘Octoginta annis vixit.’
Immo octoginta annis fuit, nisi forte sic vixisse eum dicis quomodo dicuntur arbores vivere. Obsecro te, Lucili, hoc agamus ut
quemadmodum pretiosa rerum sic vita nostra non multum pateat sed multum pendeat; actu illam metiamur, non tempore. Vis scire
quid inter hunc intersit vegetum contemptoremque fortunae functum omnibus vitae humanae stipendiis atque in summum bonum eius
evectum et illum cui multi anni transmissi sunt? alter post mortem quoque est, alter ante mortem perit. Laudemus itaque et in
numero felicium reponamus eum cui quantulumcumque temporis contigit bene conlocatum est. Vidit enim veram lucem; non fuit unus
e multis; et vixit et viguit. Aliquando sereno usus est, aliquando, ut solet, validi sideris fulgor per nubila emicuit. Quid
quaeris quamdiu vixerit? vivit: ad posteros usque transiluit et se in memoriam dedit. Nec ideo mihi plures annos accedere
recusaverim; nihil tamen mihi ad beatam vitam defuisse dicam si spatium eius inciditur; non enim ad eum diem me aptavi quem
ultimum mihi spes avida promiserat, sed nullum non tamquam ultimum aspexi. Quid me interrogas quando natus sim, an inter
iuniores adhuc censear? habeo meum. Quemadmodum in minore corporis habitu potest homo esse perfectus, sic et in minore temporis
modo potest vita esse perfecta. Aetas inter externa est. Quamdiu sim alienum est: quamdiu ero, ut sim, meum est. Hoc a
me exige, ne velut per tenebras aevum ignobile emetiar, ut agam vitam, non ut praetervehar. Quaeris quod sit amplissimum vitae
spatium? usque ad sapientiam vivere; qui ad illam pervenit attigit non longissimum finem, sed maximum.
Versione tradotta
Nell'epistola dove cercavi di sapere(chiedevi) sulla morte del filosofo Metronatte , come se potesse e
dovesse vivere lungamente , rimpiansi il tuo senso di giustizia , che hai in abbondanza in ogni funzione, in ogni tua
attività, ma che manca in una sola cosa, come in tutti :trovò molti favorevoli nei confronti degli uomini e nessuno nei
confronti degli dei.
Castighiamo quotidianamente il fato:
-<
Anzi ,è esistito per 80 anni ,eccetto che saldamente dici che egli visse nel modo in cui si dice
agli alberi.
Ti scongiuro, o Lucilio, facciamo in modo che la nostra vita non sia estesa, ma densa come le cose preziose;
dalle azioni la valutiamo, non dal tempo.
Voglio sapere:<< quale differenza c'è tra quello vigoroso e disprezzatore di
fortuna che ha adempiuto ad ogni tributo della vita umana, che è giunto al sommo bene di questa e quell'altro cui sono
trascorsi un gran numero di anni?>>
L'uno vive ancora dopo la morte, l'altro perisce prima della morte.
Perciò
lodiamolo e collochiamolo uno tra i felici colui dal quale è stato ben impiegato il poco tempo toccatogli in sorte.
Infatti
vide la vera luce; non fu uno fra molti; visse e prosperò(fu in vigore).
Talvolta ha goduto di giorni sereni talvolta , come
accade, lo splendore del sole si è mostrato attraverso le nubi.
Che cosa chiedi per tutto il tempo che vivrai?
E'
ancora vivo : si trasferì ai posteri continuamente e si offrì in loro memoria.
Non perciò rifiuterei il sopraggiungere di
molti anni, tuttavia non dirò che mi sia venuta meno parte della felicità se mi viene troncata la sua durata, non ho
programmato la mia esistenza su quel giorno; ma ho guardato ogni giorno che un'avida speranza mi aveva promesso come ultimo,
ma ho guardato ogni giorno come se fosse l'ultimo.
Cosa mi domandi quando io sia nato, o se ancora mi considero fra i
giovani? Ho ricevuto la mia parte.
Come in un corpo di piccola statura vi può essere un uomo perfetto così in un limitato
spazio temporale vi può essere una vita perfetta.
L'età è tra le cose esterne. Quanto tempo sia, non dipende da me: da
me dipende che viva veramente per tutto il tempo che vivrò.
Esigi questo da me, che non trascorra tra le tenebre
un'esistenza ignobile , che agisca in vita, che non mi lasci vivere .Chiedi quale sia lo spazio ampissimo della vita?
Vivere fino alla saggezza; chi perviene ad essa non ha toccato la meta più lontana, ma la massima.Egli in verità sia
gloriato audacemente e renda grazie agli dei e a sè stesso tra di loro, e attribuisca alla natura delle cose ciò che è stato.
Lo atribuisca infatti al merito: restituì una vita migliore di quella che prese. Pose l'esempio del buon uomo, mostrò quale
e quanto grande egli fosse; se qualche cosa fosse accaduta, sarebbe stato simile al passato. E tuttavia fino a che punto punto
viviamo? Siamo stati dotati della conoscenza di tutte le cose: sappiamo da quali principio la natura si inalzi, come ordini il
mondo, per mezzo di quai vicissitudini rinnovi il mondo, come abbia terminato tutte le cosefurono un tempo e (come) abbia posto
la fine di sè stessa; sappiamo che le stelle vagano per loro moto, che oltre la terra non c'è niente, che le altre (stelle)
ruotona con una velocità continua, sappiamo come la luna passi davanti al sole, perchè (la luna) più lenta lasci (il sole) più
veloce dopo di sè, come riceve o perde la luce, quale ragione porti la notte, quale riporti il giorno: è in quello stesso luogo
dove vedi codeste cose più vicine. Disse quel sapiente: "non mi allontano più da questa speranza, poichè giudico che il mio
cammino si estenda fino ai miei dei. Ho meritato certamente di esservi ammesso e sono già stati tra di loro e ho mandato il mio
animo con quello e quelli avevano mandato a me il loro. Me pensa che io mi tolgo dal dubbio e che dopo la morte non resta
niente dell'uomo: ho ugualmente un grande animo, anche se io, che sto per trapassare, non arrivo in nessun luogo."Non visse
così tanti anni quanto oteva. E il libro è di pochi versi e di certo da lodare e util: sai quanto gli annali di Tannusio siano
persanti e perchè siano (così) chiamati. Per questo la vita di alcuni è lunga, poichè segue gli annali di Tanusio. Forse credi
più felice quello che è ucciso nel giorno del funerale alla fine (del giornoù)che quello che viene ucciso alla metà? Forse
credi che qualcuno sia tanto stoltamente avido che preferisca essere sgozzato in una parte dell'anfiteatro che
nell'arena? Non superiamo gli uni gli altri che con uno spazio un pò più grande. La morte va per tutti (verso tutti), quello
che uccide ne consegue che viene ucciso. E' la cosa più piccola della quale ci si lamenta affannosissimamente. Che cosa
tuttavia importa quanto a lungo eviti ciò che non puoi evitare? Addio.
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