Kruscev e l’avvio della distensione
Il 5 marzo 1953 morì Stalin e il suo successore, Nikita Kruscev, pensava che l’Unione Sovietica dovesse sconfiggere gli Stati Uniti non attraverso una guerra, ma dimostrando la superiorità del sistema comunista a quello capitalista. Quindi la gara si spostò sul settore scientifico e su quello economico. Le aperture di Kruscev vennero accolte dagli Stati Uniti, dal presidente John Fitzferald Kennedy e da papa Giovanni XXIII, che insisteva sulla pace delle superpotenze. Si entrò nella fase della cosiddetta distensione.
La denuncia dei crimini di Stalin
Nel 1956, Kruscev presentò al XX Congresso del Partito comunista sovietico un rapporto segreto in cui affermava che Stalin aveva fatto torturare e uccidere molti attivisti del partito e il culto della persona. Quando il modo lo scoprì, chi adorava Stalin rimase sorpreso, i paesi comunisti, invece, speravano in un governo meno oppressivo.
La “nuova frontiera” di Kennedy
Nel gennaio 1961 venne eletto presidente degli Stati Uniti il democratico John Fitzgerald Kennedy. Ebbe una grande popolarità, perché voleva rinnovare la società americana e favorire la distensione internazionale. Inoltre favoriva la scienza e lo spazio, aumentando i finanziamenti verso la ricerca spaziale e quella sociale per le classi meno ricche, e combattè le discriminazione che riguardavano i neri. Ma il 22 novembre 1963 fu assassinato a Dallas, in circostanze poco chiare.
La crisi di Cuba
La crisi più grave durante la distensione fu quella che si svolse a poche miglia dalla costa degli USA, a Cuba. In questa isola un movimento comunista, guidato da Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara, abbattè il vecchio regime legato agli USA. Castro permise ai russi di installare sull’isola missili che potevano colpire il territorio statunitense. Nell’ottobre del 1962, quando gli USA scoprirono i missili sovietici, Kennedy dispose un blocco navale intornoa Cuba e impose all’URSS di ritirarli, e così fece.
La Cina di Mao
Nel 1949 si era istituita la Repubblica cinese, alleata all’URSS, con Mao Zedong, che realizzò una serie di riforme sociali ed economiche, con le industrie nazionalizzate, e l’economia pianificata dallo stato. Sorsero le comuni popolari, comunità agricole che comprendevano fino a 5000 persone. Non tutti erano d’accordo con la sua politica e lanciò una rivoluzione nel 1966, con un programma che eliminava tutte le opposizioni. Molti furono i morti, ma nel 1968 lo stesso Mao mise fine alla rivoluzione. Nel 1969 si arrivò alla rottura con l’URSS, perché la loro economia era diversa, e nello stesso anno ci furono lotte. Lasciata sola dall’URSS, decise di aprirsi agli Stati Uniti e nel 1972, con un viaggio a Pechino da parte del presidente Nixon, la Cina entrò nell’ONU.
La guerra in Vietnam
Nel 1964 all’Unione Sovietica fece capo Breznev, che firmò con gli Stati Uniti, l’accordo della SALT, sulle limitazioni delle armi strategiche. In questa epoca gli Stati Uniti cercarono di bloccare l’espansione comunista nel Sud-est asiatico. Dal 1964 al 1973 i soldati americani combatterono a fianco del Vietnam del Sud filoccidentale, contro quello del Nord, comunista. Ma pian piano gli Stati Uniti iniziarono a disimpegnarsi alla guerra e tutto il territorio venne sottomesso sotto il controllo nordvietnamita.
1945-1973: i trent’anni gloriosi
Questo trentennio vede tutto il mondo dirigersi verso il benessere:
- per l’incremento demografico
- per gli investimenti in economia
- per la presenza di materie prime a poco prezzo
Un ruolo importante lo ebbe il Welfare State, che garantì l’insieme dei servizi forniti dallo Stato al cittadino.
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