Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ‘n mille dolci nodi gli avolgea
e ‘l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi ch’or ne son sì scarsi
e il viso di pietosi color farsi
non so se vero o falso, mi parea:
i’ che l’esca amorosa al petto avea
qual meraviglia su di subito arsi ?
Non era l’andar suo cosa mortale
ma d’angelica forma, e le parole
sonavan d’altro che pur voce umana;
uno spirito celeste un vivo sole
fu quel ch’ i vidi, e se non fosse tale
piaga per allentar d’arco non sana.
Parafrasi
I capelli biondi erano sciolti al vento
il quale gli intrecciava i mille nodi
e l’amabile lume di quei begli occhi che ora ne sono privi
ardeva in maniera straordinaria
e mi sembrava, non so se fosse una mia illusione,
che sul suo viso si diffondesse un espressione affettuosa:
io che avevo al petto l’esca amorosa (cioè ero disposto ad amare)
quale meraviglia se arsi immediatamente d’amore
Il suo incedere non era quello di una creatura umana,
ma di uno spirito angelico e le sue parole
avevano un suono diverso da quella di una voce puramente umana
quello che io vidi fu uno spirito celeste, un sole luminoso
e anche se non fosse così (letterale)
si rimargina anche se l’arco, dopo aver scoccato la freccia, si è allentato.
Commento:
Il sonetto offre una delle rappresentazioni più famose della bellezza di Laura. Il sonetto rievoca, sia pure indirettamente, il primo incontro tra il poeta e la donna amata, riprendendo il tema tipicamente stilnovista della lode. Però dalla lirica scaturisce una rappresentazione totalmente nuova della figura femminile rispetto alla rappresentazione stilnovistica. Le componenti innovative presenti nel testo sono principalmente 3:
1. La collocazione della donna sullo sfondo della natura;
2. La soggettività del poeta;
3. La dimensione temporale.
La descrizione di Laura prende avvio dalla lode dei suoi capelli biondi che con una metafora vengono paragonati all’oro e sono descritti nel loro leggero scomporsi al soffio lieve del vento primaverile.
In questo modo la figura femminile viene collocata nella natura che la circonda ed è resa più vivace e vitale dal movimento (erano i capei d’oro a l’aura sparsi). Subito dopo l’espressione “dolci nodi” si carica di un duplice significato: – i nodi sono i capelli inanellati dal vento – ; – a livello simbolico i nodi alludono ai nodi d’amore dei quali il poeta è prigioniero. Vengono descritti la luminosità dello sguardo e l’espressione del viso colta nel suo mutare.
Nelle terzine ricorrono motivi più vicini allo Stilnovo: l’incedere del suo cammino, la dolcezza della sua voce, paragone con l’angelo, che non implica alcun riferimento morale o religioso, ma è un ulteriore omaggio alla bellezza di Laura.
In questa seconda parte l’immagine femminile è immersa in un alone di luce (un vivo sole) e di indeterminatezza (non era l’andar suo cosa normale ma d’angelica forma…) che la fa apparire come una creatura sovrumana. Un altro elemento di novità va ricercato nella presenza della dimensione temporale.
A differenza della donne stilnoviste fissate in una eterna giovinezza, Laura è soggetta all’azione del tempo che appanna la sua bellezza e la colloca nella sfera delle cose terrene e umane.
Nella lirica si vengono a creare due piani temporali: il passato, illuminato dalla splendente giovinezza di Laura, e il presente, in cui la bellezza della donna appare sfiorito. Ma se il tempo non ha risparmiato la sua bellezza, il sentimento del poeta è rimasto intatto. Allora la fiamma d’amore che lo ha bruciato al primo incontro continua a tormentarlo anche ora. Si viene a creare una contrapposizione tra mutamenti esterni e stabilità interiore.
- 200 e 300
- Petrarca
- Letteratura Italiana - 200 e 300