EVENTO EDUCATIVO: ANALISI E PROBLEMI. L’evento educativo coinvolge in maniera diretta o indiretta più parti in causa che sono tra loro interagenti ed interdipendenti. Lo studente non può essere considerato una monade: egli si trova al centro di vari sistemi che possono essere semplificati in: famiglia, scuola, servizi/istituzioni. Con ognuno di questi sistemi egli intrattiene relazioni più o meno dirette e ognuno di questi sistemi interagisce con gli altri.
La complessità dell’evento educativo si presta ad essere concettualizzata in ottica sistemica, ottica che ha sostenuto la visione dell’ambiente come campo di interazioni costanti.
Un sistema può essere definito come un insieme di elementi in interazione tra loro.
EVENTO EDUCATIVO: TEORIA GENERALE DEI SISTEMI. La Teoria generale dei sistemi, sviluppata grazie al contributo del biologo L. von Bertalanffy (1901-1972), fornisce strumenti che ci consentono di comprendere le qualità e il funzionamento dei sistemi. Un sistema non può essere definito come la somma degli elementi che lo compongono, ma è qualcosa di più e di diverso: l’interesse è rivolto all’interazione che si verifica tra le parti e non agli elementi singoli né alla loro sommatoria. Ogni sistema è inoltre in interazione con altri sitemi.
L’ottica sistemica si differenzia dai modelli deterministici della causalità logico lineare, basata sulla relazione causa-effetto, che permette di circoscrivere i fenomeni, isolarli e descriverli e permette inoltre di individuare i fattori causali e determinare leggi generali di funzionamento. Questo tipo di logica, che non privilegia l’interazione e l’interdipendenza, può essere riscontrata in diversi aspetti dell’evento educativo, basti pensare ad esempio alla separazione delle discipline, alla scarsa considerazione che viene prestata al contesto e alle variabili emotive, alla predilizione del lavoro individuale dell’allievo a scapito del lavoro in gruppo.
La logica proposta dal modello sistemico è invece quella della causalità circolare, in cui i fenomeni non sono considerati effetto di una determinata causa, ma dell’interazione tra le diverse variabili: ognuna delle parti di un sistema è nello stesso tempo causa ed effetto, influenza ed è influenzata dalle altri parti con cui è i costante interazione. I sistemi possono essere di due tipi: chiusi – quando non c’è nessuno scambio con l’ambiente circostante – o aperti – quando vi è un continuo scambio e retroazione con altri sistemi e con l’ambiente. Nessun sistema è totalmente aperto o totalmente chiuso. Inoltre è possibile rintracciare all’interno dei sistemi due tendenze coesistenti: una omeostatica – ovvero una tendenza allo stato stazionario – e una volta al cambiamento – ovvero una tendenza trasformativa. In alcuni sistemi queste tendenze coesistono in uno stato di equilibrio, mentre in altri una prevale sull’altra.
E’ proprio la complessità dell’evento educativo, la sua natura non concettualizzabile in termini deterministici e lineari, a costituirne la potenziale problematicità. Elementi di problematicità possono essere individuati a diversi livelli del sistema, ad esempio a livello delle modalità didattiche, dell’organizzazione della scuola, della modifica dei curricoli, tuttavia non è possibile isolare le variabili in gioco: occorre tenere in considerazione la loro influenza reciproca al fine di individuare e attuare strategie che possano essere ritenute efficaci. Il sistema può tuttavia essere suddiviso in unità di analisi più piccole, che pur appartenendo al sistema generale hanno caratteristiche proprie. E’ evidente che tali sottosistemi, sebbene agevolino l’analisi dell’evento educativo, non devono essere però considerati in maniera separata e autonoma rispetto al resto.
- Pedagogia