FEDERICO II DI SVEVIA: LO STUPOR MUNDI. Federico II Hohenstaufen, figlio di Costanza d’Altavilla e dell’imperatore Enrico VI, alla morte dei genitori fu allevato da papa Alessandro III. Nelle mani della Chiesa, l’erede al tropo delle corone di Germania e Sicilia rappresentava nel disegni della Chiesa un docile strumento per rafforzare l’egemonia politica papale. Tuttavia fu solo un’illusione: Federico II fu una figura eccezionale per intelligenza politica e sensibilità culturale. Fu chiamato stupor mundi dai suoi sostenitori, bestia dell’Apocalisse dagli avversari.
FEDERICO II: LA SUA FORMAZIONE. Svevo per parte di padre e normanno per parte di madre, Federico II rimane affascinato dalle bellezze della Sicilia, in cui erano ancora evidenti i segni della civiltà araba, nonostante la conquista normanna: i sovrani Ruggero I e Ruggero II non avevano infatti cancellato nulla della dominazione precedente, ma avevano trasformato la corte siciliana in un centro del sapere aperto alle influenze più aperte e stimolanti. Il sovrano cresceva dunque in un ambiente aperto e libero; aveva dotti precettori che lo indirizzarono verso lo studio del latino, dei classici arabi, delle scienze naturali. Divenuto maggiorenne nel 1208 Federico fu costretto a sposare una donna più grande di lui, Costanza d’Aragona: ciò fu fondamentale per la formazione del sovrano. Costanza giunse a Palermo con un ingente seguito di cavalieri, dame e trovatori.
L’ASCESA AL POTERE DI FEDERICO II. Re di Sicilia dal 1208, Federico II fu incoronato re di Germania nel 1212. Morto Innocenzo III nel 1216 Federico riunificò le corone di Germania e Sicilia. Il successore di Innocenzo III, papa Onorio III, ratificò tale unione a patto che ne beneficiasse solo Federico e non la sua discendenza, e che il re organizzasse una nuova crociata.
IL PROGETTO DI FEDERICO II. Nonostante le promesse, Federico si dedicò a rafforzare il proprio potere. I fondamenti teorici del suo progetto si ispiravano all’antichità romana e a Giustiniano, e possono essere sintetizzati nei seguenti punti:
l’umanità, dopo il peccato originale, è condannata alla violenza e alle discordie
solo lo Stato può garantire pace e giustizia
lo Stato può operare bene solo con un’unica guida, l’imperatore assoluto, unico esempio di virtù
Federico II decide di fare dell’Italia meridionale il fulcro dell’impero: qui la sua autorità era più salda, e da cui poteva tenere sotto controllo i due principali antagonisti dell’impero: la Chiesa e i comuni. Il sovrano intendeva revocare le concessioni date con la pace di Costanza e nel 1226 i comuni si organizzarono in una nuovo Lega Lombarda, ma non si giunse ad uno scontro aperto grazie alla mediazione del papa. Morto Onorio III ed eletto papa Gregorio IX l’azione mediatrice della Chiesa finì.
FEDERICO II DI SVEVIA: LA SCOMUNICA. Lo scontro tra Gregorio IX e Federico II nacque dal fatto che l’imperatore rimandava la crociata promessa. Nel 1227 Federico II allora fu scomunicato. Il sovrano agì con un accordo diplomatico stipulato nel 1229 con il sultano d’Egitto e un mese dopo entrò a Gerusalemme autoincoronandosi re della Città Santa. Gregorio IX allora indisse una crociata contro il regno di Sicilia e invitò i sudditi di Federico II alla ribellione. Rientrato in Italia Federico costrinse il papa all’accordo di Ceprano del 1230, nel quale otteneva la revoca della scomunica in cambio della rinuncia ad esercitare qualsiasi forma di controllo sulle elezioni dei vescovi.
FEDERICO II E LE COSTITUZIONI DI MELFI. Federico vole rinforzare il regno di Sicilia e nel 1231 promulgò le costituzioni di Melfi, una raccolta di leggi ispirata al diritto romano e alle esperienze di governo normanne, compilata grazie al sostegno di Pier delle Vigne. Le leggi riguardano il diritto pubblico, la procedura giudiziaria, il diritto privato e quello penale. Le costituzioni sancivano:
- il consolidamento e l’ampliamento del potere regio
- il divieto di vendere feudi
- l’assoggettamento degli ecclesiastici
- l’obbligo di pagare i tributi regi
- l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge
- l’accentramento nelle mani del re di tutte le funzioni amministrative e giuridiche
IL GOVERNO DI FEDERICO II DI SVEVIA. In questo modo Federico II riuscì a limitare il potere baronale. Creò un apparato preposto all’esercizio delle funzioni giudiziarie, amministrative e fiscali, così da sottrarle ai feudatari. Queste mansioni furono affidate a funzionari regi. Al vertice delle finanze vi era la Magna Curia Rationum. I funzionari dell’impero erano esperti uomini di cultura, come notai e giuristi, formatisi all’università di Napoli fondata dal sovrano. Vennero introdotti i monopoli sul sale, sul grano, sulla seta e sul ferro, furono abolite le dogane interne. Furono unificati pesi e misure, coniate monete d’oro, ricostruita la flotta, furono introdotte nuove colture.
FEDERICO II: CONTRO CON L PAPATO E I COMUNI. Federico II cercò di costituire nella penisola un forte partito filoimperiale per assoggettare tutta l’Italia. Il conflitto con l papa si riaccese quando questo s schierò con i comuni. Nel 1237 a Cortenuova Federico II con l’appoggio di Ezzelino da Romano e di altri signori ghibellini sconfisse i comuni della nuova lega lombarda. Milano, Brescia e Alessandria continuarono a resistere con il signore guelfo Azzo d’Este. Nel 1238 Federico conferì al figlio Enzo la corona di Gallura e Torres, su cui il papa vantava diritti. Allora Gregorio IX lo scomunicò di nuovo nel 1239 e Federico invase i possedimenti della Chiesa. Il nuovo papa, Innocenzo IV, fuggì a Lione, dove convocò un Concilio nel 1245 in cui dichiarò deposto Federico. I seguaci dell’imperatore furono condannati come eretici e il sovrano fu additato come l’Anticristo. L’imperatore dovette affrontare allora il papa, i comuni, i feudatari tedeschi e la defezione delle città italiane a lui fedeli. Nel 1248 le truppe imperiali furono sconfitte a Vittoria e l’anno successivo a Fossalta, dove fu fatto prigioniero Enzo, il figlio di Federico. L’improvvisa morte di Federico nel 1250 interruppe i preparativi per un’altra campagna nell’Italia settentrionale.
LA FINE DELLA DINASTA SVEVA. Alla morte di Federico II suo figlio Corrado, legittimo successore al trono, cinse la corona imperiale, mentre il fratellastro Manfredi divenne re di Sicilia. Dopo la morte prematura d Corrado il trono rimase vacante per circa vent’anni, fino all’elezione di Rodolfo I d’Asburgo, nel 1273. In Italia Manfredi usurpò il titolo di re di Sicilia a Corradino, figlio di Corrado e appoggiò il partito ghibellino ottenendo successi. Il pontefice Urbano IV, sentendosi accerchiato, si accordò con Carlo d’Angiò (fratello del re di Francia Luigi IX), al quale offrì il regno di Sicilia in cambio di aiuto. Carlo scese in Italia nel 1266 e nella battaglia di Benevento sconfisse Manfredi.
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