ECHECRATE: Ma che sai dirmi, di preciso, della sua morte, Fedone? Che cosa disse e che fece? E quali amici si trovò accanto in quell’ora? Oppure i giudici non lasciarono che ci fosse nessuno vicino a lui ed egli rimase solo e senza conforto?
FEDONE: Anzi, per la verità, amici ce n’erano e anche parecchi.
ECHECRATE: Andiamo, allora, raccontaci tutto, per filo e per segno, a meno che tu non abbia altri impegni.
FEDONE: Nessun impegno; e poi voglio raccontarvelo anche perché ricordarmi di Socrate, o che sia io a parlarne o che ne senta parlare da altri, è per me, sempre, una cosa dolcissima.
ECHECRATE: Anche per noi, Fedone, che siamo qui ad ascoltarti. Raccontaci, se puoi, ogni cosa e dicci come effettivamente avvenne.
FEDONE :Ora che ci penso, che strano effetto mi faceva stare accanto a quell’uomo; ero lì, che moriva un amico, e non provavo alcuna pietà. Mi pareva felice, Echecrate, sia dal suo modo di fare che da come parlava: c’era in lui una nobile e intrepida fierezza, tanto da farmi pensare che egli se ne andava non senza il soccorso di un dio e che, nell’al di là, sarebbe stato il più felice di tutti. Ecco perché, forse, non provavo quella pietà che pure sarebbe stata così naturale in tanta sventura.E il bello era che non provavo nemmeno un sentimento di diletto (anche se si discuteva di filosofia); ma era come se dentro di me si agitasse una strana sensazione, uno stato d’animo misto di gioia e di dolore insieme: e sì che, di lì a poco, egli sarebbe morto. E tutti noi che eravamo là, provavamo, presso a poco la stessa cosa: ora piangevamo, ora ridevamo, specialmente uno, Apollodoro, tu lo conosci e sai che tipo è.
ECHECRATE: E come non lo conosco?
FEDONE: Era proprio al colmo dell’agitazione ma anch’io e gli altri eravamo tutti in questo stato.
ECHECRATE: Chi c’era, Fedone?
FEDONE: Di quelli del luogo, oltre ad Apollodoro, c’erano Critobulo con suo padre, Ermogene, Epigene, Eschine e Antistene; c’erano anche Ctesippo di Peania, Menesseno e qualche altro. Platone, credo fosse ammalato.
ECHECRATE: E gente di fuori ce n’era?
FEDONE: Sì. Di Tebe c’erano Simmia, Cebete e Fedonda; poi, vi erano Euclide e Terpione di Megara.
ECHECRATE: E Aristippo e Cleombroto, non c’erano?
FEDONE: No. Si disse che erano a Egina.
ECHECRATE: E chi c’era ancora?
FEDONE: Mi pare che fossero presenti solo questi.
ECHECRATE: E dimmi, quali furono i vostri discorsi
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