Fedro e le favole
Fedro: la vita
Fedro è il favolista della letteratura latina, l’iniziatore di un nuovo genere poetico ed espressione, spesso triste, della voce degli umili, degli oppressi, degli schiavi. Fedro si collega alle favole del greco Esopo, introducendo così a Roma un nuovo genere letterario. Gli animali rimangono i protagonisti, depositari di sentenze morali e ammaestramenti di vita, ma con alcune novità: nella favola esopica Fedro introduce la vita, la storia, con le loro tensioni irrisolte e la loro tristezza. In quest’ottica gli animali assumono una valenza nuova e diventano portatori del quotidiano. Fedro nacque in un anno ignoto in Tracia o in Macedoni. Schiavo, divenne poi liberto sotto Augusto e a Roma soffrì di varie persecuzioni. Morì intorno al 50 a.C.
Le favole di Fedro: tematiche e stile
Compose 5 libri di fabulae con cinque prologhi e 3 epiloghi. Rispetto ad Esopo Fedro pende le distanze a mano a mano che ci allontaniamo dall’inizio dell’opera: nei primi prologhi dice di aver attinto ad Esopo, ma negli ultimi rivendica l’originalità delle sue favole. In Fedro c’è una tensione morale completamente assente in Esopo, che diventa polemica quando si parla delle sofferenze dei più deboli. Utilizza inoltre elementi tipici di una favola: premesse e la postilla in cui veniva riassunta la morale, l’utilizzo di personaggi animali con psicologia umana. Gli animali di Fedro (il lupo, l’agnello, il leone, la volpe ecc…), nonostante la loro maschera fissa, parlano la lingua degli uomini, soprattutto degli umili. La favola di Fedro è amara, e questa amarezza viene resa con un linguaggio nudo e spesso disadorno, che però è il risultato di un accurato studio linguistico. La brevitas di Fedro è programmatica e ricercata, nascosta dietro l’apparenza di semplicità popolare. La sua favola non conosce la morale generica di quella esopica: quella di Fedro è una sofferta meditazione sulle sofferenze della vita. Registra i disagi di un’epoca e della sua sfortunata esistenza. La favola di Fedro rappresenta il mondo dominato dai furbi, in cui vige la legge del più forte, dove non c’è posto per a giustizia e il più debole è destinato a soccombere di fronte al più forte. Nonostante ciò, a partire dal II libro notiamo alcune sfumature della commedia umana, con uno svolgimento più articolato, quasi da novella: qui si colgono sfumature di un certo realismo comico di alcune situazioni che ritroveremo in Petronio.
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