Marinetti, Filippo Tommaso (Alessandria d'Egitto 1876 – Bellagio, Como 1944), nacque da una ricca famiglia italiana, frequentò le scuole francesi e si diplomò a Parigi. Continuò gli studi prima a Pavia e poi a Genova, dove si laureò in legge. Nel 1909 pubblico sul quotidiano "Le Figaro" il "Manifesto del futurismo", nel quale coniò il termine che dette poi vita al vero e proprio movimento artistico; tre anni dopo, con il "Manifesto tecnico della letteratura futurista" traccio le linee essenziali dell'estetica cui s'ispirò il gruppo di giovani artisti (Boccioni, Carrà, Russolo ed altri) raccolto intorno alle sue idee.
Seguirono, come applicazioni delle teorie esposte nei due manifesti, il romanzo Mafarka il futurista e Zang-tumb-tumb. Dopo essersi recato in Libia nel 1911 come corrispondente di guerra, Marinetti si rivelò nel 1915 un acceso interventista ("la guerra è la sola igiene del mondo"). Intanto la notorietà del movimento futurista si era estesa rapidamente, fino ad arrivare a una dimensione europea grazie anche a un'ampia attività pubblicitaria e diffusione promozionale delle idee: manifesti, "serate futuriste" nei principali teatri italiani e francesi, manifestazioni di anticonformismo per scandalizzare il pubblico dei benpensanti portarono i futuristi all'onore delle cronache. Si parlò di loro, da parte dei giornali, non soltanto come di poeti, ma anche come portatori di una visione di vita moderna. Questo risultato rientrava nelle intenzioni di Marinetti di integrazione dell'arte nella vita quotidiana, facendogli perdere le sue tradizionali caratteristiche elitarie e trasformandola in prodotto di largo consumo, fruibile da chiunque. Il presente industriale, con i suoi miti produttivistici, venne contrapposto al passato, visto come portatore di forme di vita superate.
Di qui l'adozione di tecniche letterarie e artistiche rivoluzionarie: il testo "parolibero" (parole in libertà), aderente alla realtà mediante le analogie (immaginazione senza fili), la distruzione dell'io letterario e lo sconvolgimento della sintassi (abolizione della punteggiatura, dell'aggettivo e dell'avverbio, uso del verbo all'infinito) trovava il suo corrispondente nel quadro di Boccioni, che sconvolgevano le norme tradizionali della prospettiva. Nel dopoguerra Marinetti divento un esponente ufficiale della cultura fascista.
Anche il Futurismo fini come avanguardia; sopravvisse come letteratura ufficiale del nuovo regime, ma privata di quell'anticonformismo che ne aveva caratterizzato il senso innovativo. Lo scrittore morì a Bellagio (Como) nel 1944 dopo una discussa collaborazione culturale con la Repubblica di Salò.
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