âChiunque noi siamo, e qualunque cosa possediamo il dolore châò essenza della vita non si lascia rimuovereâ âLâinfelicità ò per il nostro animo il calore che lo mantiene teneroâ âLa vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine ò vivere, sfogliarli a caso ò sognare. â âLâamore autentico ò sempre compassione; e ogni amore che non sia compassione ò egoismoâ Lâuomo ò lâunico animale che provoca sofferenza agli altri senza altro scopo che la sofferenza come taleâ âIl giudizio universale ò il mondo stessoâ âLa vita umana ò un continuo oscillare fra il dolore e la noiaâ Ogni giubilo eccessivo nasce sempre dallâillusione di aver trovato nella vita qualcosa che ò impossibile trovarvi, e cioò la pacificazione definitiva del tormentoâ âNella monogamia lâuomo ha troppo sul momento e troppo poco nel tempo; per al donna ò il contrarioâ âIl perpetuarsi dellâesistenza dellâuomo non ò che una prova della sua lussuriaâ âOgni innamoramento, per quanto etereo voglia apparire, affonda sempre le sue radici nellâistinto sessuale. [… ] Se la passione del Petrarca fosse stata appagata, il suo canto sarebbe ammutolitoâ âLa malinconia attira, il tedio respingeâ âLa vera vita del pensiero dura soltanto fino al confine delle parole: oltre il pensiero muoreâ âCiò che ha valore non viene stimato, e ciò che ò stimato non ha alcun valoreâ âDei mali della vita ci si consola con al morte, e della morte con i mali della vita. Una gradevole situazioneâ âSi può essere saggio solo alla condizione di vivere in un mondo di stoltiâ â… alla fine tutti quanti siamo e restiamo soliâ âIo non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico ò ristrettoâ âà la cattiveria il collante che tiene insieme gli uomini. Chi non ne ha abbastanza si distaccaâ âIl filosofo non deve mai dimenticare che la sua ò unâarte e non una scienzaâ âGli uomini completamente privi di genio sono incapaci di sopportare la solitudineâ âSe noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmoâ âAlla natura sta a cuore solo la nostra esistenza, non il nostro benessereâ âPiù si invecchia, meno quel che si vede, si fa e si vive lascia traccia nello spirito: non fa più alcuna impressione, siamo ormai insensibiliâ âPiù ristretto ò il nostro campo di azione, di visuale e di relazioni, e più siamo feliciâ Veniamo adescati alla vita dallâillusorio istinto del piacere: e veniamo mantenuti in vita dallâaltrettanto illusoria paura della morteâ âOgni sera siamo più poveri di un giornoâ âDal punto di vista della giovinezza la vita ò infinita; dal punto di vista della vecchiaia ò un brevissimo passatoâ âSi può dire quello che si vuole! Il momento più felice di chi ò felice ò quando si addormenta, come il momento più infelice di chi ò infelice ò quando si risvegliaâ âA parte poche eccezioni, al mondo tutti, uomini e animali, lavorano con tutte le forze, con ogni sforzo, dal mattino alla sera solo per continuare ad esistere: e non vale assolutamente la pena di continuare ad esistere; inoltre dopo un certo tempo tutti finiscono. à un affare che non copre le speseâ âPer non diventare molto infelici il mezzo più sicuro ò di non pretendere di essere molto feliciâ âTutti gli uomini vogliono vivere, ma nessuno sa perchè viveâ âLâamicizia, lâamore e lâaffetto degli uomini li si ottiene solo dimostrando loro amicizia, amore e affetto. [… ] Per sapere quanta felicità può ricevere una persona nella sua vita, basta sapere quanta ne può dareâ âLa solitudine rende oggettivi; la compagnia rende sempre soggettiviâ âIl giustificato sprezzo degli uomini ci porta a rifugiarci nella solitudine. Ma il deserto di questa a lungo andare dà angoscia al cuore. Per sfuggire al suo peso, dunque, bisogna portarsela in società . Bisogna cioò imparare ad essere soli anche in compagnia, a non comunicare agli altri tutto ciò che si pensa, (a non) prendere alla lettera quello che dicono, al contrario, ad aspettarsi molto poco da loro, sia moralmente che intellettualmenteâ âLa malvagità , si dice, la si sconta nellâaltro mondo; ma la stupidità in questoâ âCiò che rende gli uomini socievoli ò la loro incapacità di sopportare la solitudine e se stessi. [… ] Tutti i pezzenti sono socievoli, da far pietà â âIl denaro ò la felicità umana in abstracto; perciò chi non ò più capace di goderla in concreto si attacca al denaro con tutto il suo cuoreâ âDopo che ogni sofferenza fu bandita nellâInferno, per il Paradiso non restò altro che la noia: ciò dimostra che la nostra vita non ha altre componenti che la sofferenza e la noiaâ âSe ad un Dio si deve questo mondo, non ci terrei ad essere quel Dio: l’infelicità che vi regna mi strazierebbe il cuore â âChi ama la Verità odia gli dòi, al singolare come al pluraleâ âIl grande dolore che ci provoca la morte di un buon conoscente e amico deriva dalla consapevolezza che in ogni individuo câò qualcosa che ò solo suo, che va perduto per sempreâ âChiunque ami un altro essere quasi come se stesso, sia il figlio, la moglie o un amico, se questo essere gli sopravvive muore solo a metà : chi invece non ha amato altri che se stesso vuota il calice della morte fino in fondoâ âChe cosa si può pretendere da un mondo in cui quasi tutti vivono soltanto perchè non hanno il coraggio di suicidarsi!â âCiò che rende gli uomini socevoli ò la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi. â âIl suicida ò uno che, anzichè cessar di vivere, sopprime solo la manifestazione di questa volontà : egli non ha rinunciato alla volontà di vita, ma solo alla vita. â âLa salute non ò tutto, ma senza salute tutto ò niente â âLe religioni sono come le lucciole: per splendere hanno bisogno delle tenebre. â âL’intelligenza ò invisibile per l’uomo che non ne possiede. â âNoi ci consoliamo delle sofferenze della vita pensando alla morte, e della morte pensando alle sofferenze della vitaâ
- 1800
- Filosofia - 1800