Numquam in unum locum convenerant tot tantaeque Romanae copiae, quot quantaeque in Thessalia apud Pharsalum dimicaverunt. Ibi enim Caesar et Pompeius, undique arcessitis atque in aciem productis ingentibus copiis, proelio conflixerunt. Pugnatum est utrimque tanta contentione ut exitus proelii diu incertus fuerit. Victus est denique Pompeius et castra eius direpta sunt. Ipse fugatus Alexandriam petivit, ut a Ptolemaeo, rege Aegypti, cui tutor a senatu datus erat propter iuvanilem eius aetatem, acciperet auxilia. Sed rex, ut sibi Caesaris gratiam conciliaret, occidit Pompeium, caput eius et anulum Caesari misit, qui, videns caput talis viri et quondam generi sui, multas lacrimas fudit et tantam iniuriam nominis Romani vindicare voluit. Itaque cum Alexandriam venisset, Ptolemaeo bellum intulit. Victo et occiso rege, Caesar Alexandriam cepit et regnum Cleopatrae dedit, Ptolemaei sorori.
Versione tradotta
Mai in un solo luogo erano convenute tante e tanto grandi truppe Romane, quante e quanto grandi combatterono in Tessaglia presso Farsalo. Lì infatti Cesare e Pompeo, riunite da ogni dove e schierate in campo ingenti truppe, si scontrarono in battaglia. Si combatté da entrambe le parti con tanta determinazione che l'esito dello scontro fu a lungo incerto. Fu sconfitto, alla fine, Pompeo, e il suo accampamento fu distrutto. Egli, messo in fuga, raggiunse Alessandria, per ricevere truppe ausiliarie da Tolomeo, re d'Egitto, a cui era stato dato come tutore dal senato per la giovane età di quello. Ma il re, per ottenere il favore di Cesare, uccise Pompeo, mandò la sua testa e il suo anello a Cesare, che, vedendo il capo di un tale uomo e di una sorta di suo genero, versò molte lacrime e volle vendicare una tale offesa al nome dei Romani. Così, essendo giunto ad Alessandria, mosse guerra a Tolomeo. Vinto e ucciso e il re, Cesare prese Alessandria e diede il regno a Cleopatra, la sorella di Tolomeo.
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