Una volta costruito il telescopio, Galileo osservò come prima cosa la Luna; in particolare vide l’ alba e il tramonto sulla Luna: osservò la metà chiara ( quando vediamo la ” mezzaluna ” ) e la metà scura e si accorse che laddove terminava la parte chiara c’ erano puntini scuri e laddove terminava la parte scura c’ erano puntini chiari: interpretò questa cosa in modo corretto, come l’ alba e il tramonto: quando sorge il Sole sulla Terra le prime cose illuminate sono le montagne; quando ancora su tutto il resto regna il buio, sulle vette delle montagne arriva già il sole; viceversa, quando tramonta il sole, prima arriva il buio sulle montagne e poi arriva anche su tutto il resto. Le chiazze scure nella parte chiara e le chiazze chiare nella parte scura della Luna erano quindi delle montagne: anche sulla Luna, quindi, ci sono le montagne come sulla Terra. Questa osservazione è estremamente importante perchò fa cadere definitivamente l’ idea di matrice aristotelica dell’ eterogeneità tra mondo sublunare ( il nostro, costituito dai 4 elementi: terra, acqua, aria, fuoco ) e mondo celeste ( quello al di sopra del nostro, costituito dall’ etere, un materiale incorruttibile ): la Luna, per definizione, doveva essere perfettamente sferica, priva di irregolarità per poter imitare la perfezione divina. Invece quello che vedeva Galileo era che la Luna, come la Terra, era fatta di materiale irregolare ed imperfetto; qualche anno prima anche Giordano Bruno, non per vie scientifiche, bensì per vie metafisiche, era arrivato allo stesso risultato. Poi Galileo osserva le fasi di Venere; come la Luna, Venere presenta fasi: vedere le fasi di Venere equivale a vedere la verità del sistema copernicano perchò di fatto esse testimoniano che Venere gira intorno al Sole e non alla Terra. Se l’ osservazione della Luna fa cadere la diversità tra mondo terrestre e mondo sublunare, l’ osservazione delle fasi di Venere fa vedere che quella di Copernico non era un’ ipotesi matematica come quella di Tolomeo, ma una verità fisica. A partire da questo momento la Chiesa non può far altro che condannare la teoria copernicana, che pur da 50 anni era stata accettata. La terza osservazione che fa Galileo sono i satelliti di Giove: sono un altro indizio a favore del sistema copernicano perchò ciò che era stato contestato in qualche maniera a tale sistema è che esso introduceva in maniera assurda dal punto di vista aristotelico due centri di rotazione ( il Sole rispetto ai pianeti, la Terra rispetto alla Luna ): se il mondo è finito come dice Aristotele ( e come tra l’ altro continua a credere anche Galileo, che peraltro è ancora convinto della circolarità dei moti ), come fanno ad esserci due centri? In un mondo finito ci dovrebbe essere un centro solo. Ma Galileo osserva che Giove è centro di rotazione dei suoi satelliti; quindi oltre al Sole, almeno un altro centro di rotazione deve esserci. Quarta osservazione è quella della Via Lattea ( Galassia ), la striscia bianca osservabile in cielo: puntando il telescopio vede che in realtà si tratta di stelle e ne deduce che le stelle non possono essere tutte alla stessa distanza, fissate sul cielo delle stelle fisse ( come diceva Aristotele ), ma che sono disposte in profondità le une rispetto alle altre: anche qui Giordano Bruno c’ era già arrivato in maniera metafisica. Per alcuni versi Galileo però rimane arretrato come modo di pensare: pur avendo ammesso che i centri di rotazione sono più d’ uno egli continua a sostenere la finitezza dell’ universo ( a differenza di Bruno che dall’ idea di 2 centri di rotazione non aveva esitato a concludere che il mondo fosse infinito ); continua inoltre, rimanendo fedele ad Aristotele, a sostenere che le orbite dei pianeti sono circolari, e non ellittiche ( come aveva detto Keplero ) o ovali ( come aveva detto Brahe ). Poi Galileo osservò anche le macchie solari, spesso interpretate come fenomeni che avvenivano non sul Sole, ma dati dalla combinazione di effetti dell’ atmosfera terrestre. Lui osserva che anche lì avvengono delle cose, come aveva fatto con la Luna.
- Tesine