Esaminiamo ora il rapporto tra la Sacra Scrittura e la scienza; dobbiamo innanzitutto dire che Galileo era e si sentiva un buon cristiano e il suo atteggiamento nei confronti della Chiesa fu ben diverso rispetto a quello di Giordano Bruno. Egli, a differenza del Nolano, è convinto della verità della Chiesa e non deve assolutamente ” sconfessare “. Fu a partire dal novembre 1612 che la teoria copernicana venne proclamata eresia e anche le posizioni di Galileo vennero attaccate: sostenere l’ eliocentrismo significava indubbiamente mettere in discussione la veridicità delle Scritture; c’ è infatti un passo nella Bibbia in cui Giosuò ordina al Sole di fermarsi; se il Sole deve fermarsi è ovvio che è concepito in movimento ed è però altrettanto ovvio che questo è in contrasto con la teoria copernicana che lo vuole fermo al centro dell’ universo. Galileo dovette così intraprendere la difesa delle sue teorie e lo fece in alcune lettere in cui affrontava la questione del rapporto scienza – Scrittura. Le sue sono e rimangono comunque posizioni ortodosse, di rispetto per la Chiesa. Galileo deve riuscire a fondare l’ autonomia della ricerca scientifica, sciogliendola dal vincolo delle Scritture: il pensiero di Galileo è pervaso dalla convinzione che scienza e Scrittura abbiano un’ unica fonte. Già Agostino, uno dei padri della Chiesa, sosteneva che il Logos fosse l’ origine sia della ragione, sia della rivelazione e anche della creazione; riprendendo in parte queste idee di fondo Galileo arriva a dire che scienza e Scrittura hanno un’ unica origine, quella divina. In altre parole, ciò che l’ uomo scopre nella natura non può essere in contrasto con la rivelazione: il libro della Scrittura e quello della natura finiscono per essere la stessa cosa, quasi come se Dio volesse comunicare con l’ uomo tramite la rivelazione e in più tramite tutto ciò che ci circonda: è come se Dio si fosse rivelato a noi parallelamente con questi due libri, quello della Scrittura e quello della natura. Tuttavia risulta stridente la contraddizione tra natura e Scrittura nel caso della teoria copernicana, da Galileo sostenuta e dimostrata autentica: la Scrittura mi dice che il Sole ruota intorno alla Terra, la natura mi dice invece che è la Terra a girare intorno a lui. Galileo cerca di risolvere il problema sottolineando come gli obiettivi del libro della Scrittura e quelli del libro della natura siano diversi. Il libro della natura ci insegna come è fatto il mondo, il libro della rivelazione ( la religione ) ci mostra invece come comportarci per ottenere la salvezza dell’ anima: il libro della natura è latore di un messaggio teoretico, quello della Scrittura di un messaggio etico – religioso. Non a caso Galileo ripeteva sempre: ” la Scrittura non ci insegna come vada il Cielo, ma come si vada in Cielo “. Essendo diversi gli obiettivi, spiega Galileo, è evidente che la Bibbia per perseguire il suo abbia dovuto adattarsi alla mentalità delle persone dell’ epoca per rivelare l’ onnipotenza divina: se a quei tempi si pensava che il Sole girasse intorno alla Terra, per mostrare l’ onnipotenza di Dio bisognava dire che egli era in grado di fermare il Sole. Non ha un valore teoretico quest’ asserzione, ma solo etico: non mi dice come è il mondo, vuole solo dimostrare come Dio possa tutto. D’ altronde nella Bibbia ci sono altre espressioni che fanno ben intendere come le finalità siano quelle di mostrare la potenza di Dio e non di spiegare come effettivamente sia il mondo; la figura stessa di Dio nella Scrittura è antropomorfica: si parla dell’ occhio di Dio, della mano di Dio: non mi si vuol dire che Dio ha gli occhi o le mani ! La Scrittura arriva perfino a dire che Dio si pente: un pentimento presume un errore, ma è impossibile che Dio commetta errori. Quello della Bibbia, per Galileo, è un messaggio che non va preso alla lettera. Anche il non prendere alla lettera la Bibbia è comunque ortodosso e non va contro la Chiesa: la Bibbia, è risaputo, può essere letta con significati diversi e con diverse interpretazioni, lo faceva notare già Origene. Quindi quando si dice che Dio fa fermare a Giosuò il Sole, si vuole solamente sottolineare l’ onnipotenza divina e non la struttura architettonica dell’ universo. E’ Dio che si è adattato al linguaggio degli uomini di allora ( che non sapevano che il Sole non girasse intorno alla Terra ) per farsi capire. Va senz’ altro ricordato che Galileo scrisse le lettere in cui difendeva le sue teorie avvalendosi dell’ aiuto di alcuni teologi cristiani, rappresentanti delle fasce più moderne del Cattolicesimo; sfruttò i loro suggerimenti per sostenere le sue posizioni contro la Chiesa più retrograda. Del rapporto di Galileo con la Scrittura ce ne parla lui stesso: ” Se bene la Scrittura non può errare, potrebbe nondimeno talvolta errare alcuno de’ suoi interpreti ed espositori in vario modo: tra i quali uno sarebbe gravissimo e frequentissimo, quando volessero fermarsi sempre nel puro significato delle parole, perchè così vi apparirebbero non solo diverse contraddizioni, ma gravi eresie e bestemmie ancora; poi che sarebbe necessario dare a Iddio e mani e piedi e occhi, e non meno effetti corporali e umani, come d’ ira, di pentimento, d’ odio, e anco talvolta l’ obblivione delle cose passate e l’ ignoranza delle future… Stante, dunque, che la Scrittura in molti luoghi è non solamente capace, ma necessariamente bisognosa d’ esposizioni diverse dall’ apparente significato delle parole, mi par che nelle dispute naturali ella doverebbe esser riserbata nell’ ultimo luogo “. Sembra quindi che Galileo si sia difeso correttamente e abbia dimostrato di non essere un eretico, ma ciononostante la Chiesa continuò ad essergli ostile. Come mai? Dobbiamo ricordarci che siamo nel pieno della Controriforma: dopo l’ affermarsi del Protestantesimo e del Calvinismo in seguito, la Chiesa rispose alla Riforma luterana con una Controriforma dove si chiudeva ancora di più nelle sue posizioni. Ebbene, alla Chiesa cattolica non andava giù che Galileo si intromettesse in questioni religiose, vedeva in lui una specie di Protestante, che applicava la teoria propugnata da Lutero del libero esame: la figura del prete che legge le Scritture è inutile; ognuno è libero di esaminarle e di interpretarle da sè ( e questo contribuì moltissimo all’ alfebitizzazione dei paesi protestanti a discapito di quelli cattolici ). Per quel che concerne invece il rapporto di Galileo con l’ altro testo all’ epoca ritenuto inconfutabile, ossia il testo di Aristotele, va detto che qui le cose cambiano notevolmente: se in Galileo non c’è rifiuto per la Scrittura, c’ è però rifiuto per l’ autorità dei testi aristotelici. Si tratta di un rifiuto all’ autorità di Aristotele, non ad Aristotele; un rifiuto rivolto soprattutto agli aristotelici del 1600, che vivono in un mondo ” di carta ” e che antepongono all’ esperienza l’ autorità di Aristotele.
- Tesine