GENERE HORROR: LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL ROMANZO HORROR. Fin dall’antichità l’uomo ha spesso avvertito l’esigenza di forti emozioni, sconvolgenti, attraverso racconti ideati appositamente per suscitare nell’ascoltatore o nel lettore paura o terrore. Sembra strano, tuttavia la paura, quando non è provocata da una vera situazione di pericolo, può generare piacere, e affrontare una situazione finta di pericolo può esorcizzare le paure vaghe e confuse che ognuno di noi ha. Per questo motivo ha avuto grande successo il genere horror, che ha al suo interno una serie di caratteristiche che lo contraddistinguono:
- presenza di personaggio raccapriccianti e paurosi, con una natura malvagia e che vivono in una dimensione misteriosa e parallela alla normalità
- la prevalenza di scenari notturni
- scelta di luoghi tetri e solitari che con la loro minuziosa descrizione accrescono il clima di tensione e orrore
Per quanto riguarda la tecnica narrativa, lo schema più diffuso prevede un susseguirsi incalzante degli avvenimenti che vengono anticipati parzialmente e in cui si innestano situazioni inaspettate. In un crescendo di tensione giunge poi il finale a sorpresa che capovolge la realtà.
GENERE HORROR: IL ROMANZO GOTICO. La narrativa della paura nasce come reazione all’ondata di razionalità che aveva dominato fino ad allora la civiltà europea. Divenne un vero e proprio genere letterario alla fine del Settecento, con la nascita in Inghilterra del romanzo gotico. Incentrato su vicende misteriose e raccapriccianti, questo genere deve la propria denominazione alle sue ambientazioni, collocate spesso in un Medioevo immaginario, cupo e tenebroso. Il primo esempio di questa letteratura è il Castello di Otranto, di Horace Walpole, a cui seguirono I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe. Il filone in seguito si arricchi di altri significativi romanzi, come Frankenstein di Mary Shelley, I racconti di Edgar Allan Poe, Dracula di Bram Stoker.
L’EVOLUZIONE DEL GENERE HORROR. Al suo nascere il genere horror ebbe grande successo. Nel corso dell’Ottocento la scienza e la tecnica stavano infatti realizzando strepitosi progressi che producevano dubbi angosciosi riguardo i limiti della conoscenza. Allo stesso modo le indagini sull’uomo ne svelavano una realtà più complessa di quella che fino ad allora la scienza e la tecnica avevano descritto. Questi sentimenti venivano rappresentati in discorsi inquietanti. Il romanzo horror metteva in discussione le illusorie certezze dell’uomo, esprimendo ansie, ridimensionando la cieca fiducia nel progresso e mostrando come le inquietudini dell’uomo rimanessero irrisolte. Prima che la psicologa desse un fondamento scientifico alle ansie e paure dell’uomo, la letteratura ne forniva una rappresentazione fantastica e irrazionale. Il più significativo esempio di questo filone è Stevenson, con Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, con cui rappresento gli istinti primordiali latenti in ogni natura umana. Nel XX secolo, dominato da guerre e profonde tragedie, l’horror si trasformava nella rappresentazione degli orrori reali creati dall’immaginazione dell’umanità contemporanea. Tra i maggiori esponenti ricordiamo Howard Phillips Lovecraft e Stephen King.
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