m.cato, catonis oratoris filius, dum inter confertissimos hostes insigniter dimicat, equo delapsus, pedestre proelium aggreditur. nam cadentem manipulus hostium cum horrido clamore circumsteterat, ratus iacentem obtruncare. at ille, citius corpore collecto, magnas strages edidit. cum undique hostes convolarent unum oppressuri, dum Cato procerum quendam petit, gladius ei e manu elapsus in mediam cohortem hostium decidit; ut quem recuperaret; marcus umbone se protegens, inspectante utroque exercitu, inter hostium mucrones sese immersit recollectoque gladio, multis vulneribus exceptis, ad suos cum clamore hostium revertitur. huius audaciam ceteri imitati victoriam pepererunt.
Versione tradotta
Catone, figlio dell'oratore mentre combatte straordinariamente tra un gran numero di nemici, sceso da cavallo inizia un combattimento pedestre. Infatti il manipolo di nemici aveva circondato quello che (cadentem) con orrido clamore come se avesse intenzione di massacrare quello che giaceva, certo di messacrare quello che giaceva. Ma quello veloce ripreso il corpo provocò grandi stragi. Accorrendo da ogni parte i nemici per opprimerlo, mentre Catone chiese un (procerum), (gadius) strappato a quello dalla mano cadde in mezzo alla corte dei nemici, per recuperarlo, Marco Umbrone proteggendosi, osservato l'esercito (utroue), si gettò tra le armi dei nemici e recuperata la spada, ricevute diverse ferite, ritornò dai suoi con clamore dei nemici. Gli altri (imitati) la sua audacia (peperunt) la vittoria.
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