Una dialogo fra un io e un tu che si completano a vicenda: non è forse questa l’essenza dell’amore? Conoscersi intimamente e cogliere subito i desideri e le necessità dell’altro. Eppure c’è sempre un momento in cui uno dei due riesce, con un guizzo, a fare qualcosa che sorprende l’altro e rinnova, rafforzandolo, l’amore.
Giorgio Calcagno (1929-2004) nella poesia Ed io conosco il topo (tratta dalla sua prima raccolta di poesie Visita allo zoo, Guanda 1980) ci presenta proprio quest’idillio e la conclusione inaspettata: conosco il prima, e solo tu sai il dopo. Con una serie di immagini prese dalla vita quotidiana, Calcagno ci regala una nella poesia per la nostra domenica.
Ed io conosco il topo
Conosci il falco, ed io conosco il topo,
tu il volo a picco, ed io l’orma del piede,
conosci il pino, ed io conosco l’edera,
conosco il legno, e tu conosci il fuoco.Io faccio il viaggio, tu ne sai lo scopo,
io ti dò l’incertezza, tu la fede,
tu sai come donare, io come chiedere,
conosco il prima, e solo tu sai il dopo.Tu trovi il filo, che nel labirinto
ti conduce sicura ad una uscita,
io ho perso il segno, annaspo ad ogni spigolo;ma se guardi negli occhi, che hai avvinto
al tuo incanto di giada, io ho la partita:
rubo il lampo ai tuoi occhi, e ti sconfiggo.
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- Tesine