Giorgio De Chirico nacque a Volos (in Grecia) nel 1888; fu scrittore e pittore Italiano, incisore e scenografo, esponente della pittura metafisica; il termine metafisico fu da sempre utilizzato dal filosofo Andronìco da Rodi per indicare le opere di Aristotele collocate dopo la fisica; oggi viene utilizzato per indicare tutto ciò che va oltre l’apparenza fisica cercando di esprimere la realtà interiore. Studiò pittura presso il politecnico di Atene proseguendoli successivamente presso l’Accademia delle belle arti di Firenze ed infine dal 1906 presso l’Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera. Nel 1909 si trasferì a Milano e l’anno successivo a Firenze dove dipinse il suo primo dipinto metafisico “l’enigma di un pomeriggio d’autunno”. Nel 1911 si recò a Parigi dove conobbe numerosi artisti; qui subì l’influenza di Gauguin e dal 1912 creò i primi manichini; dopo essersi arruolato allo scoppio della prima guerra mondiale, al ritorno cambiò il modo di dipingere; non dipinse più gradi piazze soleggiate, ma nature morte con pani, biscotti e simboli geometrici. A partire dal 1950 realizzò vedute di Venezia e autoritratti con una vena barocca. Nel 1917 fu ricoverato presso l’ospedale di Ferrara e lì entrò in contatto con Carlo Carrà dando vita alla nascita ufficiale della metafisica, subì un’ influenza e perfezionò i canoni della pittura metafisica. I soggetti di De Chirico sono caratterizzati dalla luce del giorno con un attenzione gradualmente rivolta verso l’architettura classica; utilizza prospettive non realistiche, clima magico e misterioso senza figure umane. Pone interesse nella scultura in terracotta e ne ritraduce i soggetti in terza dimensione; nei dipinti inserisce temi archeologici in maniera inquietante. De Chirico collaborò con la rivista “Valori plastici” e nel 1921 espose a Berlino; ebbe un contatto con il surrealismo esponendo a Parigi nel 1925. Morì a Roma nel 1978, fu sepolto nella cappella della chiesa di San Francesco a Ripa.
Opere
? Canto d’amore fu dipinto nel 1914 con la tecnica olio su tela; nel dipinto viene raffigurata una delle tante piazze italiane, quadro enigmatico la cui soluzione è difficile da individuare. Al muro in mattoni che ne fa di sfondo vi è appeso un guanto di lattice rosso con accento la testa in gesso dell’Apollo del Belvedere, in basso una sfera verde; dietro il muro si intravede il fumo di una locomotiva. Il dipinto è conservato presso una collezione privata a New York.
? Le muse inquietanti il dipinto fu eseguito nel 1917 con la tecnica olio su tela; fu realizzato quando durante la guerra De Chirico si trovava a Ferrara, è caratterizzato da spazi vuoti, prospettive deformi e manichini i cui corpi richiamano della statue classiche della greca arcaica, con pieghe simili a scanalature di una colonna dorica; nona caso nel titolo utilizza il termine “muse”. Le muse sono inquietanti in quanto sono inserite nello spazio senza una logica evidente, De Chirico utilizza colori caldi, ma senza vibrazioni atmosferiche; le ombre sono lunghe e la luce è bassa; sullo sfondo vi è il castello estense che richiama il grande passato della città di Ferrara. Il dipinto è conservato presso la collezione Mattioli a Milano.
? Ettore e Andromaca dipinto nel 1917 su olio su tela; i due personaggi raffigurati con due manichini sono inseriti in un’atmosfera enigmatica, calda e cupa; la prospettiva costruisce uno spazio geometricamente perfetto. Ettore e Andromaca sono colti nell’atto di stringersi nell’ultimo abbraccio, prima del duello con Achille, presso le Porte Scee. Non si tratta di manichini veri e propri, sono per lo più forme geometriche astratta. Il dipinto è conservato presso la collezione Mattioli a Milano.
- Dal 700 all’Età Contemporanea
- Storia dell’arte - Dal Settecento all'Età Contemporanea