Tema sulla Giornata della Memoria
Il 27 gennaio è una data che risuona con un’eco profonda nella storia dell’umanità. È il giorno in cui, nel 1945, le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, svelando al mondo l’orrore dell’Olocausto. Questa data è stata scelta per commemorare le vittime di questo genocidio e riflettere sull’importanza della memoria.
La Giornata della Memoria rappresenta anche un’occasione per riflettere sulle dinamiche che hanno portato a tali atrocità: di fatto, l’Olocausto non è stato solo il risultato di un’ideologia estrema, ma anche di un progressivo processo di deumanizzazione e indifferenza.
La storia dell’olocausto inizia all’alba degli anni Trenta: già venivano introdotte, in numerosi paesi d’Europa (primo fra tutti in Germania), leggi contro gli Ebrei e già cominciavano a diffondersi insensati pregiudizi contro questo popolo. Gli Ebrei non potevano più far parte della vita sociale. Bassani, ne Il giardino dei Finzi-Contini, racconta che il protagonista ebreo, dopo la pubblicazione delle leggi razziali, fu cancellato dal suo partito politico e dalle liste del Circolo dei Commercianti.
La situazione peggiorò, poi, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: furono costruiti numerosi campi di concentramento e in essi venivano rinchiusi tutti gli Ebrei strappati violentemente dalle loro case e famiglie. Come racconta Primo Levi nella sua opera Se questo è un uomo, dopo un lungo viaggio in treno, appena arrivati alla triste destinazione, uomini e donne venivano immediatamente divisi. E poi ecco apparire le SS che domandavano loro quanti anni avevano e se erano sani o malati: in base alla risposta ricevuta, venivano mandati in due diverse direzioni: un gruppo andava a lavorare, l’altro era destinato a morire.
Sulla triste condizione degli Ebrei nei campi di concentramento è stato realizzato un altro film, La vita è bella di Roberto Benigni. Il protagonista, Guido Orefice, insieme alla sua famiglia, viene catturato dai Tedeschi. Per non spaventare suo figlio, il piccolo Giosuè, cerca di fargli credere che si tratti di un gioco a punti e che alla fine, se avesse vinto, avrebbe ricevuto come premio un bel carro armato. Nelle scene del film viene mostrata l’inumana condizione degli Ebrei nei campi di concentramento: essi vengono trattati come animali, non è nemmeno consentito loro di riposarsi un momento. Dormono ammassati l’un all’altro in letti molto piccoli, per loro è destinato solamente un misero pranzo. Alla fine del film, Guido riesce a salvare il suo piccolo Giosuè, che, dentro a un carro armato, riesce a ricongiungersi alla mamma. Purtroppo, Guido non ce la fa, viene ucciso qualche attimo prima l’arrivo degli Alleati. Ma durante l’Olocausto non furono solo gli ebrei a soffrire: rom, persone con disabilità, omosessuali, testimoni di Geova e oppositori politici furono anch’essi vittime di questa barbarie.
L’Olocausto ci insegna molte lezioni. La prima è che il pregiudizio e l’odio possono portare a conseguenze devastanti. La seconda è l’importanza della resistenza morale e del coraggio civile. Ci sono state molte storie di resistenza, sia all’interno che all’esterno dei campi, che ci ricordano il potere dell’umanità e della solidarietà anche nelle circostanze più buie. Inoltre, l’Olocausto ci insegna l’importanza dell’educazione e della memoria. Conoscere la storia è fondamentale per non ripetere gli errori del passato.
Nell’era contemporanea, la Giornata della Memoria assume un significato ancora più profondo. Viviamo in un’epoca in cui l’odio e il fanatismo continuano a esistere. L’antisemitismo, il razzismo, la xenofobia e altre forme di odio sono ancora presenti nella nostra società. La Giornata della Memoria ci ricorda che dobbiamo rimanere vigili e attivi nel contrastare queste forze. È anche un momento per riflettere su come possiamo contribuire a costruire un mondo più giusto e tollerante.
- Tesine