Giosuè Carducci nacque a Valdicastello, in Versilia, il 27 luglio 1835 ; il padre era un medico mazziniano e manzoniano, spesso perseguitato dal Granduca di Toscana. Insegnò nei Licei, e, dopo l’unità, venne chiamato all’insegnamento universitario in Bologna. Trascorse la vita tra studi, amori, polemiche letterarie e politiche. In gioventù fu repubblicano e in un certo senso socialista, attaccando i governi liberali e il cristianesimo. In seguito riconobbe il valore storico della Chiesa e il peso di Casa Savoia nel Risorgimento, e divenne il poeta del nazionalismo.
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Raccolte di versi di Carducci
Compose molti versi, che riunì in sei raccolte. I temi della poesia del Carducci sono vari, secondo il modello classico e oraziano:
- polemiche letterarie antiromantiche in difesa della tradizione rinascimentale italiana
- polemiche politiche e personali
- amori, classicamente visti come brevi passioni destinate a finire; l’amicizia; gli affetti familiari
- la natura, sentita come viva e possente (senso panico del mondo)
- occasioni per spunti poetici
- la storia, sia romana (vista come forza ed impero) che medioevale (i Comuni liberi e democratici) che contemporanea (la rivoluzione francese, il risorgimento). Il Carducci elabora la concezione della “Nemesi storica”: le colpe dei tiranni vengono pagate dai discendenti puri e innocenti (i figli di Napoleone I e Napoleone III; Massimiliano d’Asburgo… )
Poetica del Carducci
Carducci reagisce alla forma romantica della poesia libera da regole, e torna al sonetto e alla canzone di stampo medioevale e rinascimentale. La lingua poetica è dotta ed elegantissima, il verso è accuratamente rielaborato secondo la tradizione classica greca, latina e italiana. I suoi modelli sono il greco Alceo e il latino Orazio.
Il ritorno alla classicità culmina nella creazione dei Versi barbari, con cui il poeta riproduce in italiano la metrica classica, usando versi italiani i cui accenti ricordino da vicino le arsi dei versi antichi. Il nome di barbari è dato dal Carducci perché‚ un latino, non sentendo la quantità delle sillabe, crederebbe di ascoltare versi latini pronunziati da uno straniero.
La prosa di Carducci
Il Carducci scrisse anche prose di memorie personali, di storia e di critica letteraria (si ricordi lo studio dello Zibaldone leopardiano). Anche la prosa carducciana è classica e si adegua al modello rinascimentale del Bembo, con grande ricchezza di parole e periodi ampi e musicali.
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- Giosuè Carducci
- Letteratura Italiana - 800