Giovanni Pascoli nacque a S. Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. Il padre, amministratore dei Torlonia, fu misteriosamente ucciso, lasciando la famiglia nella miseria. Seguirono altri lutti familiari. Il Pascoli studiò grazie ad una borsa del Comune di Bologna, esaminatore il Carducci. Partecipò a moti socialisti e venne arrestato. Ripresi gli studi, insegnò nei Licei, poi nelle Università, succedendo infine al Carducci stesso a Bologna. Morì nel 1913.
Leggi anche:
Poetica di Pascoli
La formazione del Pascoli è classica, ma la sua sensibilità è moderna e vicina al decadentismo. Mentre il d’Annunzio cerca le forti sensazioni, egli osserva la natura nel suo vivere misterioso e incomprensibile, cogliendo le sensazioni del mistero delle piccole cose o delle visioni cosmiche.
Non si può parlare di una ideologia del poeta: anche la sua adesione giovanile al socialismo fu solo una manifestazione del suo bisogno di amore universale e di giustizia. Così la sua religiosità, che è un cristianesimo indefinito, è un afflato verso la natura, il cosmo e gli uomini. La sua concezione è però pessimistica. La terra è “atomo opaco del male”. Negli ultimi anni si accostò al nazionalismo, vedendovi però non l’impero dannunziano, ma una occasione si resurrezione per l’umile popolo italiano falcidiato dall’emigrazione.
La poetica del Fanciullino
Per il Pascoli il poeta è come il fanciullino di Cebete, di cui parla Platone nel Fedone, che, mentre l’intelletto cresce e conosce il disincanto, ha ancora la capacità di restare fresco come un bimbo, e provare stupore delle cose come se fossero ancora nuove.
I mezzi espressivi del poeta sono decadentistici: una soffusa musicalità che evoca immagini e sensazioni, e l’uso del simbolo per comunicare le sensazioni al lettore. La lingua è a volte dotta e ricercata, a volte popolare, con uso del dialetto e delle onomatopee. Con il Pascoli ha inizio la versificazione moderna.
I versi di Pascoli
Numerose sono le raccolte del Pascoli:
- Myricae (Tamerici, arboscelli): canta la natura, la semplicità virgiliana dei sentimenti, il proprio dolore per le sventure familiari e per la vita.
- Canti di Castelvecchio, Primi poemetti, Nuovi poemetti, Poemi conviviali, Odi ed Inni, Poemi italici: ai temi delle Myricae si aggiungono quelli sociali, nazionali, del mistero dell’universo.
La produzione pascoliana è vastissima, anche se non sempre artisticamente accurata.
I versi latini di Pascoli
Latinista e grecista, il poeta versificò anche nella lingua e secondo il modello di Virgilio, vincendo ripetutamente il Concorso internazionale di poesia latina di Amsterdam. In latino canta i temi del dolore umano e della giustizia.
La prosa di Pascoli
Le memorie di un vecchio scolaro, che narrano la vita del poeta. Scrisse prose critiche, in particolare su Dante, pur con affermazioni spesso contraddette dalla critica seguente.
- Tesine
- Giovanni Pascoli