GIOVANNI PASCOLI: BIOGRAFIA, PENSIERO E OPERE
Stai studiando il Decadentismo e tra gli esponenti italiani devi approfondire Giovanni Pascoli? Effettivamente, si tratta di un autore molto importante, studiato all’ultimo anno delle superiori e che quindi viene anche esaminato durante gli Esami di Maturità. Oltre a ciò, in ogni caso, Pascoli è uno scrittore affascinante e interessante da studiare, soprattutto perché ha composto poesie che tutti di certo conosciamo, fatte di piccoli oggetti ma carichi di significato. E poi, chi non è rimasto colpito dalla poetica del fanciullino o da quella del nido? Se qualcosa non ti è chiaro o hai bisogno di avere un quadro sintetico su questo autore allora continua a leggere: ti daremo una breve sintesi della vita, del pensiero e delle opere di Giovanni Pascoli.
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GIOVANNI PASCOLI: BIOGRAFIA
Giovanni Pascoli nasce a San Mauro, in Romagna, nel 1855, e trascorre un’infanzia serena. A 7 anni entra nel collegio dei padri Scolopi ad Urbino, dove riceve un’eccellente istruzione. Il 10 agosto 1867 viene ucciso suo padre per mano di sconosciuti. Prosegue gli studi a Bologna e poi a Firenze e successivamente muoiono la sorella Margherita, la madre e i fratelli Giacomo e Luigi. Le difficoltà economiche lo costringono a lasciare gli studi e, coinvolto in una manifestazione sovversiva, viene arrestato. Esce dal carcere grazie a Carducci, suo insegnante, e nel 1882 si laurea. Nel 1884 ottiene un incarico di insegnamento a Massa, dove può riunire con sé le sorelle Ida e Maria, così da ricostruire il nido. Il nido però diventa un’esperienza totalizzante, impedendo ai 3 fratelli di avere una vita sentimentale. Il nido diventa allora una gabbia: quando Giovanni tenta di instaurare una relazione con una donna, viene bloccato dalla gelosia della sorella Maria. La sorella Ida cerca di uscire dal nido e, il suo matrimonio del 1895, viene vissuto da Pascoli come un tradimento. Successivamente, Pascoli tenta una relazione segreta con una donna, ma di nuovo tutto viene mandato all’aria per le gelosie di Maria. In questo periodo si sviluppa la poesia incentrata sul culto dei morti e sul lutto. Per il resto della vita Giovanni ottiene successi professionali e vive con la sorella Maria. Muore a Bologna nel 1912.
OPERE DI GIOVANNI PASCOLI
Passiamo ora all’elenco delle opere principali di Giovanni Pascoli:
- Myricae (nove edizioni dal 1891 al 1911):
il titolo è tratto da un verso di Virgilio (arbusta iuvant humilesque myricae, mi piacciono gli arbusti e le umili tamerici), richiamando con il nome di una semplice pianta la poetica degli oggetti. La poesia è semplice, fatta di paesaggi di campagna, di piccole cose. La natura è il simbolo di qualcosa di più profondo e viene descritta sempre con intenti metaforici. Il titolo inoltre allude alla brevità dei componimenti e al linguaggio semplice. Le tematiche sono principalmente il nido, i paesaggi campestri, il tema funebre. La raccolta è dedicata alla memoria del padre. - Poemetti (1897, 1900, 1904) e Nuovi Poemetti (1908):
si tratta di componimenti più impegnativi, emergono personaggi della vita contadina a cui bisogna ispirarsi. La campagna infatti è promotrice di uno stile di vita semplice e ricco di valori positivi. Inoltre, il mondo contadino, chiuso e protetto, rimanda alla tematica del nido. - Canti di Castelvecchio (1903):
sono dedicati alla memoria della madre. I componimenti sono incentrati sulle cose semplici, ma sono più lunghi e complessi. Il simbolismo è più accentuato, il tema funebre è più ossessivo e la tematica del nido è più complessa. La morte è fonte di angoscia, tuttavia i morti sono presenze che proteggono il nido. Compaiono anche l’amore e l’eros, esperienze che però sono negate al poeta. - Poemi conviviali (1904-1905):
emergono figure classiche come Alessandro Magno e Solone. - Odi e Inni (1906):
componimenti dall’aspetto più ideologico e moralista. - Poemi italici (1911):
vengono celebrati eventi della storia italiana - Canzoni di re Ezio (postuma):
si tratta di una poesia epica e storica - Poemi del Risorgimento (postumi)
PENSIERO DI GIOVANNI PASCOLI: LA POETICA
La poetica di Giovanni Pascoli riguarda essenzialmente la centralità degli oggetti e la poetica del fanciullino. Il pensiero di Pascoli riflette essenzialmente la crisi del Positivismo e l’affermarsi di teorie idealistiche e spirtualistiche. Oltre i limiti della scienza si apre l’inconoscibile, l’ignoto, la vera essenza della realta.
La poetica degli oggetti
Gli oggetti hanno un ruolo importante nella poetica di Pascoli. Essi vengono visti attraverso la visione soggettiva del poeta, caricandosi di valenze simboliche e allusive, rimandando a qualcosa di ignoto. La vera conoscenza della realtà avviene attraverso strumenti irrazionali e privi di logica.
La poetica del fanciullino
Secondo Pascoli, il poeta è il fanciullo che sopravvive nel profondo di ogni uomo. Come un bambino che vede le cose per la prima volta, il fanciullino dà il nome alle cose usando un linguaggio che va oltre la comunicazione verbale e va direttamente all’intimo delle cose. Dietro alla metafora del fanciullino vi è la concezione della poesia come conoscenza alogica e immaginosa. Grazie al suo modo di percepire le cose, il poeta fanciullino ci fa conoscere la verità. Il fanciullino scopre le corrispondenze segrete tra le cose, che sono unite tra di loro attraverso una rete di simboli invisibili a sensi: il poeta è allora un veggente, colui che riesce ad attingere all’ignoto. Per Pascoli la poesia deve essere pura e spontanea: il poeta canta per cantare, senza proporsi obiettivi pedagogici o civili.
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