Ibi Vercingetorix, Celtilli filius, Arvernus, summae potentiae adulescens, convocatis suis clientibus facile incendit. Cognito eius consilio ad arma concurritur. Prohibetur ab Gobannitione, patruo suo, reliquisque principibus, qui hanc temptandam fortunam non existimabant; expellitur ex oppido Gergovia; non destitit tamen atque in agris habet dilectum egentium ac perditorum. Hac coacta manu, quoscumque adit ex civitate ad suam sententiam perducit; hortatur ut communis libertatis causa arma capiant, magnisque coactis copiis adversarios suos a quibus paulo ante erat eiectus expellit ex civitate. Rex ab suis appellatur. Dimittit quoque versus legationes; obtestatur ut in fide maneant. Celeriter sibi multos populos adiungit; omnium consensu ad eum defertur imperium.
Versione tradotta
Lì Vercingetorige, figlio di Cetillo, della tribù degli Arverni, giovane di massima forza, raccolti i suoi sostenitori, li infiammava facilmente. Conosciuta la sua decisione, si corse alle armi. Era ostacolato da suo zio Gobannizione e gli altri capi, i quali ritenevano che non si dovesse tentare la sorte; fu scacciato dalla città di Gergovia; ma non desistette e raccolse nelle campagne un gruppo scelto di poveri e pezzenti. Radunato questo esercito, attrasse alla sua volontà chiunque venisse dalla città. Li esortò a prendere le armi in nome della comune libertà e, raccolte grandi truppe, scacciò dalla città i suoi avversari, dai quali era stato poco prima espulso. Fu proclamato re dai suoi. Mandò ambasciatori dappertutto e invitò a restare fedeli al giuramento. Con rapidità unì molte genti alla sua causa: con il consenso di tutti gli fu concesso il comando supremo.
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