Ter munus gladiatorium dare volui meo nomine et quinquiens filiorum meorum aut nepotum nomine. Quibus muneribus ad depugnandum ierunt hominum circiter decem milia. Bis athletarum undique accitorum spectaculum populo obtuli meo nomine et tertium nepotis mei nomine. Venationes bestiarum Africanarum meo nomine aut filiorum meorum et nepotum in circo aut in foro aut in amphitheatris populo dedi sexiens et viciens, quibus necata sunt bestiarum tria milia et quingentae. Navalis proelii spectaculum populo dedi trans Tiberim, cavato solo in longitudinem mille et octingentos pedes, in latitudinem mille et ducentos. In quo triginta rostratae naves triremes aut biremes inter se conflixerunt, et multa milia hominum adierunt Romam cum spectaculum videre vellent. Quibus in classibus pugnaverunt, praeter remiges, milia hominum tria circiter.
Versione tradotta
Tre volte ho voluto dare giochi gladiatorii (lett. un gioco gladiatorio) a mio nome, e cinque volte a nome dei miei figli o nipoti. In questi giochi andarono a lottare circa diecimila uomini. Due volte offrii al popolo in mio nome spettacoli (lett. uno spettacolo) di atleti fatti venire da ogni parte, e una terza volta a nome di mio nipote. Ventisei volte, a nome mio o dei miei figli e nipoti, offrii al popolo cacce di belve africane nel circo o nel foro e nellanfiteatro, nelle quali furono uccise tremilacinquecento fiere. Offrii al popolo uno spettacolo di battaglia navale (in un luogo) oltre il Tevere, dopo aver scavato il terreno per milleottocento piedi in lunghezza e milleduecento in larghezza. In quello (spettacolo) combatterono tra di loro trenta navi rostrate, triremi o biremi, e svariate migliaia di uomini giunsero a Roma perché volevano assistere allo spettacolo. In queste flotte, oltre ai rematori, combatterono circa tremila uomini.
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