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Uccelli di Aristofane Dopo sette anni nell’anonimato, con commedie di poco rilievo, ritrova i suoi momenti migliori con la commedia Uccelli. Evelpide e Pistetero erano due ateniesi che, stanchi di vivere sulla terra, decisero di fondare una città, con l’aiuto degli uccelli, fra cielo e terra. Upupa, che una volta era il mortale Tereo, convinse gli uccelli ad aiutarli anche per il fatto che Pistetero rivelò loro che potevano riconquistare il cielo usurpatogli dagli dei. La nuova città fu costruita interamente dagli uccelli e fu chiamata Nefelococcigia (la città dei baggiani fra le nuvole). Subito arrivò Iride, messaggera degli dei, che intimò agli uomini di andarsene, altrimenti gli dei avrebbero scatenato la loro ira. Iride fu cacciata via. Molti personaggi, venuti a conoscenza dell’esistenza di questa città, fecero di tutto per conquistarla, ma ognuno di loro fu cacciato via violentemente. Nel frattempo Nefelococcigia ridusse alla fame gli dei e poco tempo dopo Prometeo, amico degli uomini, annunciò loro che Zeus era allo stremo delle forze: Zeus era disposto a venire a patti, ma agli uomini non interessava. Arrivarono a Nefelococcigia Poseidone, Eracle e Triballo. Alla fine decisero di trattare: Sovranità fu data in sposa a Pistetero. Questa commedia, a differenza delle altre, non tratta i soliti argomenti di guerra e di potere, ma è pura fantasia. Per una volta Aristofane si libera dalla triste realtà della vita di allora e si allontana, guarda Atene dall’alto, in compagnia degli uccelli e dei protagonisti di questa storia che hanno avuto l’idea di costruire la città fra cielo e terra. (segue nel file da scaricare)
- Greco