Grafica e Pubblicità: intervista a due esperti - Studentville

Grafica e Pubblicità: intervista a due esperti

Due esperti ci introducono al mondo della Grafica e della Pubblicità attraverso la loro esperienza

In questo articolo ci concentriamo su Grafica e Pubblicità. Due campi dinamici, in continua evoluzione che attraggono moltissimo i giovani di oggi. Abbiamo intervistato per voi due esperti di Grafica e Pubblicità in modo da chiarire diversi dubbi che potrebbero sorgere approcciandosi a questi ambiti.

Il corso di Graphic Design si può frequentare presso le sedi dello IED – Istituto Europeo di Design di Milano, Roma, Torino e Venezia. Il Corso di Comunicazione pubblicitaria si può frequentare presso le sedi di IED di Milano, Roma, Torino, Firenze.

Grafica e Pubblicità: Intervista Dario Accanti

1. Quali sono i lati positivi dell’essere un graphic designer in Italia al giorno d’oggi?

Istintivamente verrebbe da rispondere nessuno. In realtà l’Italia gode tutt’ora, soprattutto all’estero, di una buona reputazione nell’ambito cosiddetto creativo ed essendo sempre più frequenti i contatti con committenti esteri, anche per realtà professionali piccole, questo costituisce un indubbio fattore positivo. Ma l’aspetto forse più positivo, in particolare in realtà come Milano, è che è facile costruire rapporti con le professioni contigue, andando a creare dei veri e propri network informali di professionisti che si configurano di volta in volta sulle specificità di ogni progetto, ognuno portando le proprie competenze.

2. Quanto è complesso dare inizio a una propria carriera nell’ambito Grafica?

Il problema è cosa si intenda per “carriera”. Personalmente credo che chi sceglie questo “mestiere” abbia l’obiettivo, prima o poi, di avere un proprio studio. Questo sbocco, che in passato in genere arrivava dopo un po’ di anni di esperienza presso altri, oggi è sempre più vicino e quasi inevitabile. In genere, dopo il diploma, si inizia con uno stage e poi si diventa freelance, magari aprendo una propria attività insieme ad ex-compagni di studio con diverse competenze: dal design di comunicazione a quello di prodotto, dalla fotografia alla moda.

3. Che cosa spinge un giovane a frequentare un corso di graphic design?

Faccio spesso questa domanda ai miei studenti in IED. La risposta che ricevo è molto semplice: la passione. La passione per una professione che ha una grande tradizione ma che è estremamente attuale e compenetrata nei linguaggi contemporanei, con una forte componente di creatività ma anche tecnologica, in equilibrio tra libertà espressiva e vincoli di mercato. Una professione che ci si può “cucire addosso” in tanti modi diversi.

4. Qual è l’oggetto di studio nell’insegnamento del ‘’Brand Design’’?

Il “brand design” è uno dei tanti termini che sono entrati nel linguaggio comune distorcendo il proprio reale significato: brand design sta per progettazione dell’identità di marca ed è quindi fortemente legato al marketing di prodotto. Oggi per brand design si intende tutto ciò che è progetto di visual identity, che sia riferita ad un’azienda, a una marca o ad un prodotto. L’insegnamento di brand design in IED, quindi, è composto da due parti: la prima è quella legata all’identità aziendale e alle sue applicazioni – quella che veniva chiamata immagine coordinata -, la seconda si occupa invece dell’insieme della comunicazione di prodotto, dal packaging ai vari supporti sul punto vendita.

Grafica e Pubblicità: Intervista Carlo Simonetti

1. Quali mansioni svolge un art director?

L’art director è il responsabile e l’autore di tutto ciò che “si vede” in un messaggio pubblicitario. Che si tratti di una campagna stampa, web o video, che sia un singolo manifesto o un’intera campagna di affissione, all’art director è delegato il compito di ideare e curare la soluzione creativa dal punto di vista della comunicazione visiva. Sarà lui o lei a scegliere cosa si vedrà, come sarà modulata la grafica, quale sarà il lettering da usare, quale sarà la modella o il modello e come apparirà. Di solito proviene da una scuola di grafica o un liceo artistico. Ha una certa dimestichezza con il disegno e una naturale predisposizione alla visualizzazione delle idee.

2. Che differenze ci sono tra un art director e un copywriter?

Sono due figure complementari che, lavorando creativamente insieme, elaborano il concept di una campagna traducendolo in un progetto di comunicazione. Il copy writer, a differenza dell’art, si occupa dell’aspetto verbale di un messaggio pubblicitario. In sintesi, tutto ciò che si legge e si sente è opera del copy. Il/la copy writer di solito ha una formazione classica, proviene da studi umanistici, è una persona che ama scrivere e che legge moltissimo. Una persona attenta e aggiornata, in grado di modulare il proprio stile a seconda delle necessità di comunicazione.

3. Quanto è importante l’affiatamento dei singoli elementi in un gruppo di lavoro, per la realizzazione di un progetto di Pubblicità?

È fondamentale. Per fare un buon lavoro creativo è indispensabile esporsi, è necessario cercare nei propri ricordi, scavare nelle proprie esperienze e in tutto ciò che si conosce: cultura formalmente acquisita e cultura stratificatasi nel corso degli anni in modo più informale. Per farlo in modo rilassato e produttivo è indispensabile non sentirsi immediatamente giudicati. È essenziale che ci sia un forte affiatamento tra tutti i membri del team creativo.

4. Quali sono le fasi fondamentali nella creazione di una campagna pubblicitaria?

Il punto di partenza è sempre il “brief” che proviene dalla committenza. Chi richiede una campagna pubblicitaria ha la necessità di comunicare qualcosa a qualcuno. Intendendo per “qualcosa” un beneficio particolare legato ad un prodotto o un servizio (combatte la forfora, fa 30 chilometri con un litro, cuoce in pochi minuti, è la colazione ideale per chi deve crescere, elimina i batteri e lucida le superfici, etc.). E intendendo con “qualcuno” il target a cui quel prodotto o quel servizio è destinato. Compito dei creativi sarà quello di elaborare delle soluzioni in grado di veicolare i contenuti richiesti con modalità interessanti per il target di riferimento. Le fasi sono quindi: un’attenta analisi del brief, l’elaborazione di un concetto guida (concept), la traduzione di questo concetto in una soluzione creativa (art e copy) che trasmetta il beneficio che si intende comunicare, la scelta dei mezzi e degli strumenti che veicoleranno il messaggio, la realizzazione e la produzione del messaggio o dei messaggi, l’erogazione della campagna attraverso i media, l’analisi dei risultati.

IED è presente in queste città: Milano, Roma, Torino, Venezia, Firenze, Cagliari e offre corsi di Visual Communication, Moda, Design e Management e Comunicazione.

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