I contrasti tra le superpotenze
Le due superpotenze che furono coinvolte nella guerra fredda avevano caratteristiche diversissime: gli Stati Uniti erano una grande democrazia, caratterizzate da un’economia di mercato; l’Unione Sovietica, sottoposta alla dittatura di Stalin, era un paese comunista con un’economia socialista, basata sul collettivismo e tutte le proprietà erano statali. Negli anni successivi alla guerra c’erano sempre più diffidenze tra le due superpotenze, e non potevano più continuare a collaborare. Stalin temeva che i paesi capitalisti avrebbero aggredito l’Unione Sovietica, ancor di più quando morì Roosevelt e venne eletto presidente Harry Truman. Tra il 1945-1948, Stalin impose il sistema comunista in tutti gli Stati dell’Europa Occidentale, compresi: Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia. Churchill in un famoso discorso del 1948, disse che in Europa c’era la cortina di ferro, ovvero una vera e propria divisione in due parti.
Il piano Marshall
Gli Stati Uniti preoccupati per la rapidità del comunismo, decisero con il presidente Truman, di organizzare un piano per aiutare economicamente i paesi europei, il noto piano Marshall. Esso entrò in funzione nel 1948 e durò fino al 1952, fornendo 14 miliardi di dollari.
La divisione in blocchi
Nel 1949, gli Stati Uniti, Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Canada, Norvegia, Danimarca, Islanda, Portogallo e Italia strinsero il Patto atlantico. Con tale patto, si organizzavano in un’alleanza militare: la NATO. Pochi anni più tardi i paesi comunisti firmarono il Patto di Varsavia.
Il mondo oramai era diviso:
- blocco occidentale: guidato da Stati Uniti, con economia capitalista, e politica liberale.
- blocco orientale: guidato dall’Unione Sovietica, con un’economia comunista, e organizzazione politica totalitaria.
Neutrali furono Svezia e Svizzera, l’Albania rifiutò di entrare nell’Unione Sovietica, e l’Austria apparteneva al blocco occidentale, ma senza entrarvi.
La Iugoslavia comandata da Tito, entrò in conflitto con Mosca perché difendeva la libertà del suo Paese. Stalin cercò di opporsi, ma non ottenne nulla sennò la completa rottura dei rapporti.
L’equilibrio del terrore
La scelta dei blocchi scaturì dalla volontà di far evitare una guerra vera e propria. Non furono evitate però decine di guerre locali e quello scontro sistematico tra USA e URSS chiamato guerra fredda, perché non si è svolto mai un vero e proprio conflitto armato.
La guerra di Corea
La metà del Novecento vide il primo grande scontro militare della guerra fredda, con la guerra di Corea. La zona Nord del Paese era governata dai comunisti, quella Sud, da una dittatura nazionalista, appoggiata dagli Stati Uniti. Il confine era il 38° parallelo. Ma i due governi erano in continuo urto e nel 1950, i Nord coreani passarono il confine e invasero il Sud. Gli Stati Uniti, intervennero per sostenere il sud, e cacciarono gli invasori, passando al loro volta il confine, fino ad arrivare alla Cina, che ricacciò gli Stati Uniti. Alla fine fu negoziato un armistizio che confermò il confine fra le due Coree.
La morte di Stalin
Sempre più vecchio Stalin, adottava un clima di terrore, perché sospettoso di tutti, ma nel marzo del 1953 morì. L’Unione Sovietica fu libera e la guerra fredda finì.
- Tesine