La repubblica di Weimar
La repubblica nata in Germania all’indomani della sconfitta nella Prima guerra mondiale è chiamata Repubblica di Weimar, dal nome della cittadina dove il governo si rifugiò nei primi mesi, per sfuggire ai moti rivoluzionari di Berlino. All’inizio la Repubblica fu appoggiata dall’esercito e dalla borghesia, che apprezzavano l’azione del governo per ristabilire l’ordine e stroncare la rivoluzione operaia. Ma non era un appoggio sincero, in quanto in realtà volevano un governo dittatoriale piuttosto che democratico. Anche i comunisti continuavano a desiderare una svolta rivoluzionaria. Inoltre la repubblica simboleggiava l’umiliazione che la sconfitta militare e il trattato di Versailles avevano inflitto alla Germania, dando parte dei territori tedeschi ai nuovi stati, per esempio alla Polonia, alla Cecoslovacchia. La Ruhr cadde nel 1923, sotto l’occupazione militare francese, come garanzia del pagamento delle enormi riparazioni.
L’inflazione
La crisi del ’29 non fece che peggiorare le cose: la disoccupazione raggiunse livelli altissimi; il pagamento tramite la Ruhr fece crollare la moneta tedesca. I risparmi di tutte le famiglie tedesche finirono. Solo l’economia americana, permise di ristabilire la situazione, introdurre un nuovo marco più stabile e avviare una certa ripresa economica. Ma lo scontento e la fiducia nella Repubblica, crescevano.
L’origine del Nazismo
Fra i movimenti politici che minacciavano la Repubblica c’era il piccolo Partito nazionalsocialista, o meglio nazista, che voleva abbattere la democrazia per sostituirla con la dittatura; esaltava la tradizione imperialista, nazionalista e militare. I nazisti odiavano i comunisti ed erano pronti a usare la violenza. Fondato da Adolf Hitler, di origine austriaca, reclutò giovani abituati alla violenza della guerra, organizzati in squadre armate, chiamate Squadre d’Assalto, riconoscibili dalle camicie brune. Esso era accettato dalla borghesia.
L’odio contro gli Ebrei
Nel programma nazista c’era fin dall’inizio l’odio verso gli ebrei, infatti sosteneva che la perdita della prima guerra mondiale era colpa di una cospirazione ebraica. Fu così che diede la colpa a loro, in modo che tutti i tedeschi se la prendessero con loro.
Il putch di Monaco e la salita al potere
Nel 1923 a Monaco, Hitler e i nazisti tentarono un colpo di stato, con l’appoggio di alti ufficiali dell’esercito, ma questa rivolta fu repressa, e la polizia li rinchiuse in carcere, ma dopo pochi mesi uscirono. Questo avvenimento diede notorietà al movimento nazista, che decisero di prendere il governo non con la violenza, ma con le elezioni. Nel 1932 Hitler si presentò come candidato alla presidenza della Repubblica, ed ebbe oltre 13 milioni di voti, ma fu sconfitto da un altro candidato Paul von Hidndenburg. Ma nello stesso anno il partito nazista risultò come primo in tutto il paese , e nel 1933, il presidente Hidndenburg, nominò Cancelliere del Reich, Hitler.
L’incendio del Reichstag
Pochi giorni dalla sua elezione a Cancelliere, un incendio devastò il Reichsag, sede del Parlamento a Berlino, e i nazisti diedero la colpa ai comunisti, che uccisi o imprigionati, vennero così eliminati all’interno dello Stato. In realtà erano stati i nazisti con la complicità della polizia e magistratura ad incendiare il Parlamento. Così con un decreto d’emergenza la Costituzione tedesca venne sospesa, insieme alla libertà di stampa, di parola, di associazione e venne ripristinata la pena di morte. Il parlamento non esisteva più, ma la Germania era sotto la dittatura.
L a notte dei lunghi coltelli
La presa di potere di Hitler fu completata da un avvenimento successo all’interno del partito nazista. Ora che era salito al potere non aveva più bisogno di quei picchiatori indisciplinati, provenienti dalle classi popolari, ovvero le SA, e nella cosiddetta notte dei lunghi coltelli, fece assassinare i maggiori esponenti, e venne creata un’altra organizzazione armata nazista, le SS, famose per le uniformi nere e il teschio che portavano come distintivo.
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