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La conoscenza L’ osservazione della natura umana mette in evidenza , secondo Hume , che le idee hanno una particolarità analoga a ciò che nella fisica newtoniana è l’ attrazione reciproca dei corpi . Nel caso delle idee si deve parlare di una naturale tendenza all’ associazione vicendevole . I processi associativi tra le idee sono regolati da tre princìpi fondamentali : 1 ) la somiglianza , 2 ) la contiguità nello spazio e nel tempo , 3 ) la relazione di causa effetto. Ad esempio , un ritratto richiama naturalmente il pensiero dell’ originale ( somiglianza ) ; il ricordo di una stanza ci fa pensare alle altre stanze della stessa casa ( contiguità ) ; l’ idea di una ferita è spontaneamente connessa a quella del dolore ( causa-effetto ) . Hume distingue inoltre due generi fondamentali di conoscenza : vi sono conoscenze che riguardano “relazioni tra idee” e conoscenze relative alla “materia di fatto” . Le relazioni tra idee sono ottenute ricavando un’ idea dall’ altra , senza dover ricorrere all’ esperienza . Sono di questo genere tutte le proposizioni dell’ aritmetica , dell’ algebra e della geometria . Per dire che 2 + 2 = 4 non ho bisogno di far appello all’ esperienza , dal momento che l’ idea del 4 è già contenuta nel 2 + 2 ; analogicamente la proposizione per cui “il quadrato dell’ ipotenusa è uguale al quadrato dei due cateti” scaturisce dalla comparazione delle proprietà intrinseche all’ idea di ipotenusa e di cateto . Le conoscenze di questo genere sono quindi a priori ( indipendenti e sganciate dall’ esperienza ) , dal momento che anche se non esistessero in natura circoli o triangoli , le verità dimostrate da Euclide conserverebbero sempre la loro certezza ed evidenza . Di conseguenza esse sono necessarie , visto che il loro contrario implica contraddizione . Nelle conoscenze relative a materia di fatto , viceversa , è sempre possibile il contrario di ciò che viene affermato . Dire che “domani non sorgerà il sole” non comporta contraddizione , dal momento che nell’ idea di “sole” non è contenuta l’ idea che “esso debba necessariamente sorgere tutti i giorni” . Le conoscenze che riguardano i fatti sono , dunque , possibili soltanto in virtù dell’ esperienza e si fondano sul princìpio di causalità . Tutti i nostri ragionamenti di questo tipo si basano sulla possibilità di inferire un fatto da un altro fatto , stabilendo tra essi una connessione di causa-effetto : so che il mio amico si trova in Germania inferendolo al fatto che ho ricevuto una sua cartolina da quel paese ; se in un’ isola apparentemente deserta trovo un orologio , inferisco da ciò la presenza in essa , attualmente o in passato , di altri uomini . Il problema diventa allora quello di indagare sulla validità della connessione causale . Infatti , se la relazione tra causa ed effetto avesse un carattere necessario ( come pensavano Cartesio e Newton ) le conoscenze fondate su questo principio sarebbero anch’ esse necessarie e non ammetterebbero il loro contrario . Ma proprio sul tema della causalità , Hume esercita la sua critica più radicale e fornisce forse il suo contributo più originale alla riflessione filosofica del Settecento . (segue nel file da scaricare)
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