I bagni degli antichi Romani - Studentville

I bagni degli antichi Romani

Vereor ne hodie multi ob rusticitatem Scipionem reprehendant quod non in calidarium suum latis specularibus diem admiserat, quod non in multa luce decoquebatur et expectabat ut in balneo concoqueret! «O hominem calamitosum! – aiunt multi – Nesciit vivere.» Haud dubium est quin saccata aqua non lavabatur, sed saepe turbida et, cum plueret vehementius, paene lutulenta. «Vere in exsilio – ait aliquis – vixit Scipio qui sic lavabatur». Immo non cotidie lavabatur; nam, ut adfirmabant qui priscos mores urbis tradiderunt, maiores nostri brachia et crura cotidie abluebant, quae scilicet sordes opere collegerant, ceterum toti nundinis lavabantur. Postquam munda balnea inventa sunt, spurciores sunt!

Versione tradotta

Temo che oggi molti biasimino Scipione per le sue abitudini rustiche, perché non lasciava (lett. aveva lasciato) entrare la luce del giorno (diem) nella stanza da bagno da ampie vetrate, perché non arrostiva al sole (in multa luce) e non attendeva di digerire in bagno! «Oh, povero (lett. uomo) disgraziato! - dicono molti - Non sapeva vivere!». Non v'è dubbio che non si lavava con acqua filtrata, ma spesso torbida e, se aveva piovuto con maggior intensità, quasi fangosa. «Scipione - dice qualcuno - è vissuto proprio in esilio, se (lett. lui che) si lavava in tal modo». Addirittura non si lavava tutti i giorni; infatti, come asserivano coloro che ci hanno tramandato i costumi di Roma antica (lett. gli antichi costumi della città), i nostri antenati pulivano quotidianamente braccia e gambe, che naturalmente s'insudiciavano (lett. avevano raccolto sporcizie) col lavoro, (ma) lavavano il resto dell'intero (corpo) ogni otto giorni. Una volta inventati bagni (così) puliti, (le persone) sono più sporche!

  • Letteratura Latina
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