I Fratelli Karamazov: l’ultimo capolavoro di Dostoevskij
A soli pochi mesi dalla sua morte Fëdor Dostoevskij scrisse uno dei suoi romanzi più famosi, ritenuto in seguito un capolavoro della letteratura dell’Ottocento e di ogni tempo. Si tratta de “I Fratelli Karamazov“, pubblicato a puntate su “Il messaggero russo” dal gennaio 1879 al novembre 1880. È un romanzo filosofico ambientato nell’Impero Russo del XIX secolo la cui trama verte sulle vicende della famiglia Karamazov e sui loro conflitti. L’opera affronta dibattiti etici particolarmente complessi in quel momento storico, tra cui argomenti inerenti l’esistenza di Dio, il libero arbitrio e la lotta tra il bene e il male.
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I Fratelli Karamazov: riassunto
Il romanzo ha come protagonisti i quattro fratelli Karamazov e descrive in particolare il loro rapporto con il padre Fëdor Pavloviç, un uomo dissoluto e dal cattivo carattere. Egli è stato sposato con due donne: la prima, Adelaida Mjusova, fuggirà via lasciandogli anche il suo bambino Dmitrij; la seconda moglie, Sofia Ivanovna, morirà precocemente dopo aver partorito due bambini, Ivan ed Aleksej. Il quarto figlio, Smerdjakov, nascerà da una relazione illegittima e verrà trattato come un servo. L’elemento attorno al quale ruota tutto il romanzo è il parricidio, ovvero l’uccisione di Fëdor. Di questo omicidio crudele viene accusato immediatamente Dmitrij, in quanto sia lui che il padre si innamorano della stessa donna, Grusenka. Per tutto il corso del processo la donna resterà accanto al ragazzo, fino alla morte per febbre celebrale. Alla fine si scoprirà che il vero assassino è stato Smerdjakov, un uomo squilibrato che dopo aver ucciso il padre soltanto per soldi finirà per suicidarsi.
I Fratelli Karamazov: analisi
Il romanzo di Dostoevskij è molto complesso e offre un’analisi approfondita della moralità umana: la storia ruota attorno alla vita di quattro figli abbandonati a sè stessi che sviluppano caratteri e attitudini diverse. La figura di Fëdor incarna quella del padre padrone che non riesce a dare nè attenzioni nè educazione morale alla sua prole. L’intera opera è, quindi, pervasa dall’eterna lotta tra il dubbio e la ragione, tra il bene e il male tanto che alla fine viene accusato ingiustamente Dmitrij per un crimine che in verità non avrebbe mai avuto il coraggio di commettere.
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