I grandi condottieri hanno sempre amato i poeti - Studentville

I grandi condottieri hanno sempre amato i poeti

Quam multos scriptores rerum suarum Alexander Magnus secum habebat! Atque is tamen, cum in Sigeo ad Achillis tumulum astitisset: «O fortunate» dixit «adulescens, qui tuae virtutis Homerum praeconem invenisti!» Et vere. Nam nisi Ilias illa exstitisset, idem tumulus, qui corpus eius contexerat, nomen etiam obruisset. Quid? Noster Magnus, qui cum virtute fortunam adaequavit, nonne Theophani Mytilenaeo, scriptori rerum suarum, in contione militum civitatem donavit; et nostri fortes viri, sed rustici ac milites, cum dulcedine gloriae commoti essent, quasi participes eius laudis, magno id clamore approbaverunt?

Versione tradotta

Quanti scrittori delle sue imprese aveva con sé Alessandro Magno! Ed egli tuttavia, quando nel Sigeo fu davanti alla tomba di Achille disse: "O fortunato giovane, che hai trovato Omero come cantore della tua virtù!" Ed (era) vero. Infatti, se non fosse esistita la famosa Iliade, lo stesso tumulo che aveva coperto il suo corpo, anche il nome avrebbe cancellato. Cosa? Il nostro Magno, che eguagliò la fortuna con il valore, non donò forse di fronte ai soldati una città a Teofane di Mitilene, scrittore delle sue imprese? E i nostri uomini forti, ma rozzi e militi, essendo stati spinti dalla dolcezza della gloria, non approvarono forse con grande clamore, come partecipi della sua lode?

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