I MAESTRI CAMPIONESI. Maestri campionesi è una denominazione convenzionale in uso dal secolo scorso per indicare maestranze di scultori, lapicidi e architetti originari della zona di Campione, di Lugano e dei laghi lombardi, operosi in varie regioni d’Italia e in Svizzera, tra la seconda metà del secolo XII e la fine del secolo XIV. Tali maestri avevano spesso uno stile, ma, da quanto risulta, non erano collegati da botteghe e spesso non erano imparentati.
IL DUOMO DI MODENA. Il loro primo importante centro di attività fu il Duomo di Modena, dove le sculture del pontile (1160 – 75 oppure 1184 circa), di Anselmo Da Campione, attestano, nell’ambito di una vigorosa impronta romanica, il fondamentale legame stilistico che lega i maestri campionesi all’arte provenzale.
Un dato, questo, che si ritrova nei lavori delle maestranze campionesi a Bologna, Parma, Ferrara, nonché negli Apostoli (1185 – 87) del Duomo di Milano.
GUIDO DA COMO. Attorno alla metà del secolo XIII furono attivi in Toscana, Guido da Como e il fratello Lanfranco si ricordano, fra l’altro, il fonte battesimale del battistero pisano e, di Lanfranco, le finissime Storie di San Regolo nel Duomo di Lucca. Guido eseguì successivamente (1250) anche il pergamo di San Bartolomeo in Pantano a Pistoia.
Con Guido Da Como si formarono poi alcuni artisti (“detti Guidi”) attivi in Toscana ed in Trentino. Altri artigiani; detti “magistri commacini” , erano infine provenienti dalle valli prealpine del comasco.
ADAMO D’AROGNO. Nel Trentino e in Austria operarono Adamo D’Arogno e la sua famiglia; a loro è legata la costruzione e la decorazione plastica del Duomo di Trento, lungo l’intero arco del secolo XIII. Anche più tardi, un gusto essenzialmente romanico caratterizza le opere dei maestri campionesi, la cui adesione a i nuovi modi è legata nel corso del Trecento all’apporto toscano di Giovanni di Balduccio, nonché, probabilmente, a infiltrazioni di provenienza nordica.
UGO CAMPIONE. Tra le figure eminenti dei maestri campionesi nel periodo più tardo sono da ricordare Ugo Campione, attivo a Bergamo e a Milano, dove gli sono dubitativamente attribuite sei delle nove statue nella loggia degli Osii (1316 – 20 circa) improntate a un realismo di marca nordica; il figlio Giovanni, al quale vengono tradizionalmente riferite le altre statue nella stessa loggia, di più scoperta adesione gotica; Matteo Da Campione, attivo come architetto e scultore nel Duomo di Monza, e infine Giacomo, che verso il 1390 eseguì il rilievo sopra la porta aquilonare della sacrestia settentrionale del Duomo di Milano.
In particolare a Bergamo furono di rilievo Giovanni e Ugo da Campione che oltre a essere famosi per le opere sopra citate, si cimentarono in alcuni lavori all’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore e nel Battistero. Veramente interessanti sono i due ingressi della Basilica ed in particolare quello meridionale. Il portale nord fu realizzato da Giovanni nel 1353 circa e più tardi vi furono aggiunte statue di altri artisti. Il portale sud fu invece costruito intorno al 1367. L’attuale battistero fu riedificato molto più tardi e conserva solo alcuni elementi della manifattura originaria dei maestri campionesi. Ugo da Campione nella stessa Basilica bergamasca , si impegnò principalmente (1319 – 20) nel monumento funebre del cardinale Longhi.
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