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I Preneoterici

Autori e poetica dei preneoterici, il circolo poetico di Lutazio Catulo.

PRENEOTERICI: LUTAZIO CATULO.  I preneoterici sono i poeti che appartenevano al circolo di Lutazio Catulo e furono i precursori dei poetae novi, in particolare riguardo la cura formale raffinata e l’analisi dei sentimenti del poeta. Lutazio Catulo fu console nel 102 con Mario, ma, caduto in disgrazia, si uccise nell’87. Fu scrittore in greco e latino, e fu non solo poeta, ma anche oratore e, nel De consolatu et de rebus gestis suis fu narratore del proprio consolato. Il circolo di Lutazio Catulo utilizzò la cultura greca per accentuare il proprio carattere anticonformista. I preneoterici non cantarono argomenti di interesse comune, ma argomenti che ponevano in risalto l’individualità alla maniera alessandrina, in particolare degli epigrammi. Il mondo greco a cui si ispirano è quello lascivo dell’eros, lontano dal fervore morale e civile della cultura scipionica. Gli unici due pigrammi a noi pervenuti di Catulo sono indicativi del gusto dei preneoterici: uno riprende liberamente Callimaco, in cui il poeta dichiara di essere innamorato ma non sa di chi. Catulo immagina che, come un fuggitivo, l’animo gli sia sfuggito dal corpo e si sia recato da Teotimo; dice di non saper che fare, dunque chede consiglio a Venere. L’eros si risolve quindi in un lusus, un gioco: il poeta si ferma per salutare l’Aurora che nasce, ma ad un certo punto ecco spuntare Roscio, più bello di un dio.

PRENEOTERICI: VALERIO EDITUO. Accando a Catulo ricordiamo Valerio Edituo, che in un epigramma si rivolge a Panfila alla maniera di Saffo. Davanti alla donna amata il poeta dice che è impossiblitato a tradurre in linguaggio il proprio sentimento, mentre sudore lo prende, e la vergogna In un altro epigramma il poeta paragona la forza d’amore a una rovente fiamma che gli urge dentro. Anche Porcio Licino, altro poeta del circolo, utilizza l’immagine della fiamma d’amore.

PRENEOTERICI: LEVIO. Levio invece utilizza temi più narrativi accostandosi in maniera nuova al mondo del mito. Il titolo della sua opera, Scherzi d’amore, ci illumina su un’arte compositiva sostanziata di malizia alessandrina, che si intrattiene su tematiche erotiche con raffinata genuinità e fantasia. La poesia di Levio era caratterizzata da una ricca polimetria, dalla vivacità delle espressioni, estrose formazioni di parole e dalla presenta di spunti di polemica letteraria. Il suo studio per la raffinatezza lo spinge a comporre un carme figurato, il Phoenix, che con la differente lunghezza dei suoi versi raffigurava l’oggetto descritto. La modernità di Levio stava inoltre nell’aver concepito come gioco la sua poesia, filtrando la grazia alessandrina con cui ha letto i miti epici e tragici. Così, il grande Ettore si ferma a contemplare la ghirlandetta che Andromaca ha intrecciato per lui. Il mondo degli eroi viene ridotto a quadro galante.

PRENEOTERICI: VOLCACIO SEDIGITO, SUEIO, MAZIO. Volcacio Sedicito coltivò la poesia di argomento letterario: del De poetis abbiamo un elenco, in senari giambci, di commediografi latini in ordine di merito. Ricordiamo poi Sueio che compose un Carmen epicum, il Moretum (la torta campestre), un idillio in cui si sofferma sugli ingredienti necessari per la preparazione della focaccia. nfine Mazio curò un’elegante traduzione dell’Iliade e una rielaborazione dei Mimiambi di Eroda.

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