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I problemi del lavoro nel Nord e nel Sud del mondo La disponibilità e la qualità del lavoro sono uno dei principali fattori che influenzano la distribuzione della popolazione sulla Terra e la sua qualità della vita. Da sempre le migrazioni dell’uomo sono state causate dalla disponibilità di risorse che una data area offre alla popolazione e dalla capacità che l’uomo stesso ha di sfruttarle per renderle utili creando lavoro. Anche le attuali migrazioni sono causate dalla necessità di un lavoro o di un miglioramento qualitativo del lavoro stesso. Oggi esiste una profonda differenza fra il lavoro nei paesi del “Nord del mondo”, ricchi e industrializzati e quelli del “Sud” caratterizzati da povertà e sottosviluppo. Nel primo gruppo di paesi il lavoro e caratterizzato da un’alta tecnologia, da lavoratori sempre più specializzati e preparati professionalmente. Da un benessere abbastanza diffuso e da una legislazione che garantisce e protegge i lavoratori. In diversi paesi del sud del mondo invece per la maggior parte delle persone il lavoro spesso condotto in condizioni dure e faticose è appena sufficiente alla sopravvivenza, con poche garanzie di protezione sociale da parte dello stato, soprattutto per le parti più deboli della società. L’analfabetismo diffuso, le guerre e i grandi interessi economici non contribuiscono a migliorare la qualità e l’offerta di lavoro in queste zone. Alcuni problemi infine anche se in modo diverso sono comuni a tutto il mondo e affliggono ancora i paesi più sviluppati. Ci sono diversi indicatori per verificare la qualità, la disponibilità, il grado di sviluppo e i problemi del lavoro in un’area. I più importanti sono: la percentuale di popolazione attiva e la ripartizione dei lavoratori nei tre settori produttivi, fra i problemi spiccano la disoccupazione, lo sfruttamento del lavoro minorile e femminile. Il primo fattore che influenza il lavoro è la percentuale di popolazione attiva cioè l’insieme della forza lavoro compresa tra i 14 e i 65 anni. Globalmente il tasso di popolazione attiva è del 48 Nei paesi del nord del mondo questa percentuale è più alta ma tende ad abbassarsi per effetto dell’invecchiamento della popolazione, che in un futuro prossimo potrebbe causare problemi economici per il gran numero di pensionati a carico della società. Nei paesi del terzo mondo la situazione è opposta, nonostante sia molto sfruttato il lavoro minorile, qui il tasso si popolazione attiva è inferiore alla media per una popolazione con un’età media molto giovane a causa del forte incremento demografico. Un altro fattore è dato della divisione lavoro nei tre settori d’attività: primario, secondario e terziario. Nei paesi sviluppati il terziario occupa un ruolo dominante con oltre il 50 2048ella popolazione impiegata e sono particolarmente sviluppati i servizi avanzati (comunicazioni, informatica, attività di ricerca..) . L’industria che occupa un 25-40 1243832ella popolazione sta registrando un calo di addetti a causa di una sempre maggiore automazione e meccanizzazione . L’agricoltura occupa solo una ridottissima quota di popolazione grazie ai progressi dell’automazione. Nei paesi in via di sviluppo la situazione è molto diversa: qui l’agricoltura occupa ancora una parte considerevole della popolazione, l’industria è ancora in fase di sviluppo e occupa una percentuale di popolazione poco elevata. Il terziario è poco sviluppato e a volte l’alto numero di persone occupate in questo settore è dovuto ad una massiccia presenza di burocrazia statale e grandi apparati militari. Nei paesi che hanno avuto o hanno un’economia pianificata la situazione è mutevole: i Cina ad esempio abbiamo ancora una prevalenza del settore primario, mentre in Russia e nei paesi dell’Europa orientale è l’industria ad avere un ruolo principale, anche il terziari occupa molti addetti, ma si tratta di un terziario poco produttivo e legato alla burocrazia statale. La disoccupazione è un fenomeno ch (segue nel file da scaricare)
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