I regimi totalitari poterono svilupparsi nell’Europa degli anni 30 approfittando della convinzione, che ormai dominava larghi settori dell’opinione pubblica, che i sistemi democratici non fossero in grado di affrontare la difficile situazione economica e sociale allora in essere. Era un’opinione comune quella che riteneva troppo deboli le democrazie per poter difendere gli interessi nazionali e quelli dei cittadini; oramai si riteneva che l’unica scelta fosse quella tra il regime comunista dell’Urss e le dittature di destra. I regimi totalitari in questo contesto esercitarono la loro attrazione soprattutto sui ceti medi, che riponevano nelle dittature di destra le speranze dell’instaurazione di un nuovo ordine sociale ed economico; la grande borghesia invece fornì il proprio sostegno a tali regimi soprattutto per una questione d’interesse economico. La proposta di una nuova società che si differenziasse tanto dal comunismo quanto dalla civiltà del capitalismo entusiasmò i piccolo-borghesi in cerca di canali di promozione sociale e gli intellettuali, che vivevano in quel periodo il problema della “perdita dell’aureola”.
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