Fuerunt magni reges ex amicis Alexandri Magni, qui post obitum eius imperia ceperunt, in his Antigonus et huius filius Demetrius, Lysimachus, Seleucus, Ptolomaeus. Ex his Antigonus in proelio, cum adversus Seleucum et Lysimachum dimicaret, occisus est. Pari leto affectus est Lysimachus ab Seleuco: namque societate dissoluta bellum inter se gesserunt. Demetrius, cum filiam suam Seleuco in matrimonium dedisset, captus bello in custodia socer generi periit a morbo. Neque multo post Seleucus a Ptolomaeo Cerauno dolo interfectus est, quem ille a patre expulsum Alexandrea alienarum opum indigentem receperat. Ipse autem Ptolomaeus, cum vivus filio regnum tradidisset, ab illo eodem vita privatus dicitur. De quibus quoniam satis dictum putamus, non incommodum videtur non praeterire Hamilcarem et Hannibalem, quos et animi magnitudine et calliditate omnes in Africa natos praestitisse constat.
Versione tradotta
Vi furono grandi re tra gli amici di Alessandro Magno, i quali dopo la sua morte presero il potere: tra questi Antigono e suo figlio Demetrio, Lisiamco, Seleuco, Tolomeo. Tra questi Antigono fu ucciso mentre combatteva contro Seleuco e Lisimaco. Allo stesso modo morì Lisimaco, ad opera di Seleuco: dissolta lalleanza, si fecero guerra tra di loro. Demetrio, avendo dato sua figlia in matrimonio a Seleuco, dopo essere stato catturato in guerra, nonostante fosse suocero di Seleuco, morì in prigione per una malattia. Né molto dopo Seleuco fu ucciso a tradimento da Tolomeo Cerauno, il quale aveva Seleuco accolto ad Alessandria, poiché era stato cacciato dal padre e bisognoso di aiuti stranieri. Lo stesso Tolomeo, inoltre, dopo aver affidato ancora vivo il regno al figlio, si dice che dallo stesso figlio fu ucciso. Dal momento che riteniamo di avere parlato abbastanza di costoro, pare utile non omettere Amilcare e Annibale, i quali, è noto, per grandezza danimo e astuzia erano superiori a tutti gli Africani.
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