IDEOLOGIA E POETICA DI ALESSANDRO MANZONI. Alessandro Manzoni è il rappresentante per eccellenza del Romanticismo italiano: in lui infatti coesistono le idee illuministiche con quelle cristiane. Viene messo da parte il materialismo di Foscolo e Leopardi, mentre vengono messe in risalto le idee di giustizia, libertà, uguaglianza e fratellanza su uno sfondo del tutto cristiano. La religiosità del Manzoni, insomma, è aperta alle idee democratiche e laiche del suo tempo, mentre è austera e rigorosa sul piano morale.
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POETICA DI MANZONI: LA PROVVIDENZA. L'idea religiosa dominante è quella di provvidenza, con cui anche il male può far parte di una visione globale della storia. La sofferenza degli uomini non può essere disperata a patto che si ponga fiducia nella divina provvidenza. Chi ha intenzione di far del male è visto in modo negativo dal Manzoni, ma nello stesso tempo in manera ironica, in quanto chi crede sa che il corso della storia non può essere stravolto da un'azione negativa. Gli uomini però non devono aspettare il bene in modo passivo, ma devono acquisire consapevolezza, mentre cercano di vivere coerentemente con il loro ideale cristiano di giustizia, che il bene realizzato dalla provvidenza dipenderà dai tempi storici più che dalla loro volontà. Senza questa consapevolezza l'uomo penserebbe che il bene dipende da lui stesso, e ciò lo farebbe ricadere nel male.
LA POETICA DI ALESSANDRO MANZONI. Per quanto riguarda la poetica, Manzoni rifiuta la mitologia e tutto ciò che riguarda il fantasioso e l'irreale. Accetta invece l'unione tra storia e poesia (per esempio il romanzo storico), in quanto la storia racconta come realmente sono accadute le vicende, mentre la poesia narra la verità oggettiva di ciascun individuo. La letteratura, insomma, deve avere l'utipe per scopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo. L'invenzione deve sempre tenere in considerazione il dato storico. Il vero storico è sempre ciò che desta maggior interesse. L'arte ha quindi un valore educativo solo se finalizzata alla comprensione della verità storica, quella degli strati sociali più bassi, del popolo, il vero protagonista della storia. L'artista deve riuscire a prelevare dal vero reale il vero ideale, senza alterare i fatti storici, ma conservare un piccolo spazio per interpretare i sentimenti e la morale dell'umanità. Tuttavia, poco dopo aver terminato i Promessi Sposi, Manzoni dice che il romanzo storico è inutile, in quanto per la conoscenza dei fatti è sufficiente la Storia.
ALESSANDRO MANZONI: LA RIFORMA DRAMMATICA. Nel teatro il Manzoni propone di abolire le unità aristoteliche di tempo e di luogo, mantenendo invece quella di azione: prima infatti si pensava che mantenendo queste unità sarebbe stata salvaguardata la verosimiglianza delle azioni. Ma secondo Manzoni, lo spettatore sa di trovarsi di fronte alla finzione, dunque egli può accettare di assistere ad eventi che avvengono in più luoghi o in tempi diversi. Ovviamente, il drammaturgo, per collegare bene gli avvenimenti, deve selezionare quelli più importanti, così lo spettatore si sentirà più coinvolto nell'azione. Manzoni parla della sua riforma drammatica nella Lettera a Chauvet.
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