Beluae in liberis campis vivunt et aquam limpidam rivorum bibunt. Sed equus superbus incedit, iubam quassat et clamat: ego dominus agrorum sum; mea est silva, meae sunt herbae, mea est aqua rivi. Beluae murmurant, sed postea imperio equi subiciunt. Cervus invidus observat copiosa pabula equi et pugnat adversus superbam bestiam. Post asperas pugnas equus petit auxilium viri et cum domino in tergo facile cervum vincit. Ita equus iniuriam cervi vindicat, sed nunc habet dominum in tergo, habet freno et iugum in collo.
Versione tradotta
Gli animali vivono nei campi aperti e bevono l'acqua limpida dei ruscelli. Ma il cavallo arriva superbo, scuote la criniera e dice: io sono il signore dei campi; è mia la selva, mie sono le erbe, mia è l'acqua del ruscello. Gli animali mormorano, ma alla fine si sottomettono al potere del cavallo. Un cervo invidioso osserva i copiosi pascoli del cavallo e combatte contro la bestia superba. Dopo aspri combattimenti il cavallo chiede aiuto all'uomo e con il padrone in spalla sconfigge facilmente il cervo. Così il cavallo vendica l'offesa del cervo, ma ora ha il padrone in spalla, ha il morso e ha il giogo al collo.
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