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Il conformismo

Il conformismo: definizione e aspetti principali.

IL CONFORMISMO. Il conformismo può essere definito come la modificazione del comportamento che nasce dalla pressione reale o immaginata del gruppo. I principali studiosi di psicologia sociale che hanno contribuito ad approfondire e dimostrare sperimentalmente il processo del conformismo sono stati M.Sherif (1936) e S.Asch (1955).

SHERIF: ESPERIMENTI SUL CONFORMISMO. Sherif si occupò di studiare la formazione delle norme – sia individuali che di gruppo – attraverso l’esperimento sull’effetto autocinetico. L’effetto autocinetico consiste in un fenomeno di illusione ottica per cui in una stanza buia una piccola luce, in realtà fissa, sembra invece muoversi. Avvalersi di uno stimolo volutamente ambiguo consentì a Sherif di poter osservare come le persone avrebbero fatto ricorso al confronto sociale: non esisteva infatti alcun criterio oggettivo per valutare il movimento della luce. Nella situazione sperimentale, quando i soggetti erano inseriti all’interno di un gruppo, i valori della stima del movimento della luce tendevano a convergere. Si trattava in ogni caso di valori arbitrari, perché in realtà la luce era fissa. Allo stesso tempo però all’interno del gruppo si era creata una norma a cui i soggetti facevano riferimento anche quando erano sottoposti  alla situazione sperimentale individualmente.

CONFORMISMO: GLI ESPERIMENTI DI ASCH. Asch nei propri esperimenti utilizzò invece stimoli non ambigui, ovvero linee di lunghezze differenti. Nella situazione sperimentale venivano mostrate ai soggetti tre linee di diversa lunghezza e una linea che doveva servire da riferimento per valutare quale delle tre linee di confronto fosse della stessa lunghezza. Le linee erano tutte di lunghezze diverse, ma i soggetti dell’esperimento di Asch, chiamati ad esprimersi, tendevano ad adattarsi alle risposte che erano già state date (in genere da complici dello sperimentatore) anche se palesemente errate. Anche di fronte a stimoli non ambigui dunque il gruppo influenza le valutazioni dei singoli, negando l’evidenza pur di conformarsi alla maggioranza. In entrambe questi studi dunque la maggioranza ha il potere di stabilire delle norme e farle rispettare.

CONFORMISMO: GLI STUDI DI MOSCOVICI. Un ulteriore interrogativo di ricerca fu quello posto da S. Moscovici (1969) che si occupò di indagare in che modo la minoranza può influenzare la maggioranza. Quando le persone si adeguano all’opinione prevalente senza tuttavia cambiare opinione in merito alle situazioni è possibile parlare di acquiescenza; quando invece accettano le norme del gruppo e le interiorizzano si può parlare di accettazione. L’ ipotesi di Moscovici è che le minoranze inducono un reale processo di cambiamento di prospettiva tale per cui si possa parlare di conversione piuttosto che acquiescenza. Questo cambiamento di prospettiva può realizzarsi se la minoranza si dimostra coerente e flessibile. Perché gli individui in un conteso di gruppo tendono a conformarsi alla maggioranza? Per rispondere a questo interrogativo sono state individuate diverse ipotesi, alcune delle quali chiamano in causa processi di influenza informativa (ci adeguiamo all’opinione della maggioranza perché riteniamo le informazioni  possedute dagli altri migliori e più accurate delle nostre) e influenza normativa (in quanto soggetti facenti parte di un gruppo tenderemo a rispondere alle attese positive del gruppo nei nostri confronti). Chiaramente esistono diverse variabili che possono incidere sul fenomeno del conformismo che sono state a loro volta oggetto di studio in numerosi esperimenti della tradizione di ricerca sull’influenza sociale.

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