Parte altera pugnae Paulus, quamquam primo statim proelio funda graviter ictus erat, tamen et occurrit saepe Hannibali cum
militibus confertis et aliquot locis proelium restituit. Cn. Lentulus, tribunus militum, cum, praetervehens equo, consulem
sedentem in saxo cruore oppletum vidisset: “L. Aemili – inquit – quem unum insontem culpae cladis hodiernae dei respicere
debent, cape hunc equum, dum et tibi virium aliquid superest et comes ego te tollere possum ac protegere. Ne funestam hanc
pugnam morte consulis feceris”. Ad ea consul: “Tu quidem, Cn. Corneli, macte virtute esto: sed cave ne, frustra miserando,
exiguum tempus e manibus hostium evadendi absumas. Abi, nuntia publice patribus ut urbem Romanam muniant ac praesidiis firment.
Memet in hac strage militum meorum volo exspirare, ne aut reus puter aut accusator collegae exsistam, ut alieno crimine
innocentiam meam protegam!”.
Versione tradotta
In un'altra parte della battaglia Paolo, sebbene all'inizio dello
scontro era stato ferito gravemente da una fionda, tuttavia sia si batté spesso contro Annibale con i soldati in schiera
serrata, sia salvò le sorti della battaglia in qualche luogo. Poiché Cneio Lentulo, tribuno militare, giungendo a cavallo aveva
visto il console coperto di sangue seduto su una roccia, disse: "Lucio Emilio, che gli dei dovrebbero guardare come il solo
innocente della responsabilità del disastro odierno, prendi questo cavallo, mentre sia ti rimane qualche forza sia io posso
prenderti come compagno e proteggerti. Non rendere di cattivo auspicio questa battaglia con la morte del console". A queste
parole il console: "Ma almeno a te, Cneio Cornelio, sia gloria per la tua virtù: ma stai attento che, provando inutilmente
compassione, tu non perda il poco tempo di sfuggire alla cattura dei nemici. Vai, annuncia ufficialmente ai senatori che
fortifichino la città di Roma e la rafforzino con presidi. Io voglio morire in questa strage di miei soldati, affinché io non
sia ritenuto colpevole o non appaia come accusatore di un collega, per tutelare la mia innocenza dalla colpa di un altro".
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