Il cursus honorum di Gaio Mario - Studentville

Il cursus honorum di Gaio Mario

Marius, quamvis nobilis non esset, propter suam in bello singularem virtutem atque plebis favorem, rapidum cursum honorum transcurrit; nam augur, quaestor, tribunus plebis, praetor, censor et consul septies fuit. Primum in Hispania militavit, ubi Scipionis Aemiliani ductu belli artes didîcit, postea in Africa legatus consulis Metelli fuit, ibique fidem reverentiamque militum sibi comparavit. Cum Romam rediit, optimates illi rudi indoctoque duci adversi erant sed Marius cum plebis militumque favore consul primum electus est. Secundo consulatu bellum contra Iugurtham, Numidarum regem, gessit atque post victoriam triumphum celebravit, Iugurtham captivum post currum suum usque ad Capitolium trahens. Quartum consul exercitum Teutonorum, qui in Romanorum fines penetravêrant, profligavit atque iterum triumphavit. Quintum consul Cimbros fudit et sexto consulatu Romam, plebis seditionibus turbatam, pacificavit, sed postea invisus plebi, quia populi tumultum represserat, Roma eiectus est. Denique domum revocatus est et septimum consul electus est.

Versione tradotta

Mario, sebbene non fosse nobile, per il suo singolare valore in guerra e il favore della plebe, fece una rapida carriera politica; infatti fu augure, questore, tribuno della plebe, pretore, censore e per sette volte console. Per prima cosa militò in Spagna, dove, guidato da Scipione Emiliano, imparò le tecniche di guerra, poi fu luogotenente del console Metello in Africa, e là si guadagnò la fiducia e il rispetto dei soldati. Quando tornò a Roma, gli ottimati erano avversi a quel comandante rozzo e ignorante, ma Mario, con il favore della plebe e dei soldati, fu eletto console per la prima volta. Durante il secondo consolato, condusse la guerra contro Giugurta, re dei Numidi, e dopo la vittoria celebrò il trionfo, trascinando Giugurta prigioniero dietro il suo carro fino al Campidoglio. Console per la quarta volta, sconfisse l'esercito dei Teutoni, che erano penetrati nei confini romani, e nuovamente celebrò il trionfo. Console per la quinta volta, sbaragliò i Cimbri e durante il sesto consolato pacificò Roma, turbata dalle rivolte della plebe, ma poi, inviso alla plebe perché aveva represso l'insurrezione del popolo, fu scacciato da Roma. Infine fu richiamato in patria ed eletto console per la settima volta.

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