Postquam Noemus ipse ingressus est arcam cum coniuge, tribus filiis et totidem nuribus, aquae maris et omnium fontium eruperunt. Simul pluvia ingens cecidit per quadraginta dies et totidem noctes. Aqua operuit universam terram, ita ut superaret quindecim cubitis altissimos montes. Omnia absumpta sunt diluvio; arca autem supernatans ferebatur in aquis. Deus immisit ventum vehementem, et sensim aquae imminutae sunt. Tandem, mense undecimo, postquam diluvium coeperat, Noemus aperuit fenestram arcae, et emisit corvum, qui non est reversus. Deinde emisit columbam: cum ea non invenisset locum ubi poneret pedem, reversa est ad Noemum, qui extendit manum et intulit eam in arcam. Columba rursum emissa attulit in ore suo ramum olivae virentis, quo finis diluvii significabatur.
Versione tradotta
Dopo che lo stesso Noè entrò nell'arca con la moglie, i tre figli e le altrettante nuore, le acque del mare e di tutte le fonti eruppero. Nello stesso tempo una pioggia violenta cadde per quaranta giorni e altrettante notti. L'acqua ricoprì tutta la terra, così che aveva superato di quindici cubiti i monti altissimi. Tutte le cose furono travolte dal diluvio; ma l'arca galleggiando veniva trasportata dalle acque. Dio mandò un forte vento, e a poco a poco le acque diminuirono. Finalmente, l'undicesimo mese da quando era iniziato il diluvio, Noè aprì una finestra dell'arca, e mandò fuori un corvo, che non tornò. Poi mandò una colomba: poiché quella non trovò un luogo dove appoggiare la zampa, tornò da Noè, che porse la mano e la fece entrare nell'arca. La colomba, mandata di nuovo fuori, portò nel suo becco un ramo di olivo verde, con il quale era annunciata la fine del diluvio.
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