Caesar cum hoc proelium commisisset, reliquas copias helvetiorum ut premere posset, pontem in arare aedificat atque ita exercitum traducit.
Helvetii, repentino eius adventu cum essent attoniti, legatos ad eum mittunt; cuius legationis divico princeps fuit,qui bello cassiano dux helvetiorum fuerat.Is ita cum caesare egit:<>.Quibus verbis caesar respondit deos immortales consuescere concedere res secundiores Romanis eorumque sociis atque se diviconis condiciones superbas accipere non posse.Itaque Divico, cum Caesarem numquam de pace acturum esse intellegeret, minaci vultu discessit atque in sua castra revenit.
Versione tradotta
Cesare, iniziando questo combattimento, per poter premere le restanti truppe degli elvezi, edifica un ponte (cerca in arare) e così trasporta l'esercito. Gli Elvezi, essendo attoniti per il suo repentino arrivo, mandano da quello ambasciatori, capo di quella legazione fu Diviaco, che era stato comandante degli elvezi nella guerra (cerca cassiano). Egli così si rivolse a Cesare: se il popolo romano facesse pace con gli elvezi, verrebbe in quella parte e gli elvezi andrebbero dove Cesare li (cerca constituo) e ordina che siano, tuttavia se continueranno a vessare in guerra siano memori sia del vecchio (cerca incommodo) del popolo romano che della antica virtù degli elvezi. A tali parole Cesare rispose che gli dei immortali concedevano cose propizie ai romani e ai loro alleati e che non poteva accettare le condizioni superbe di Diviaco. Così Diviaco, avendo capito che Cesare non avrebbe mai accettato di fare la pace, si allontanò con volto minaccioso e ritornò nel suo accampamento.
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