Il giurista a Roma aveva un grande potere ed era visto con grande considerazione dalla popolazione, almeno fino all'imperatore Augusto. Il diritto a Roma, lo ius, era ritenuto di fondamentale importanza per lo svolgersi tranquillo della vita quotidiana.
Inizialmente i sapienti in materia di diritto erano provenienti dalla casta sacerdotale e quindi dall'aristocrazia. Fino al IV sec. a. C. gli unici testi romani che abbiamo sono ricollegabili alla religione e al diritto. Dopo tale data al sacerdote- sapiente si sostituisce il nobile sapiente, anche se i sacerdoti venivano interrogati sulle questioni giudiziarie e la loro risposta era valida solo una volta, per quella situazione specifica.
Con le leggi scritte il sacerdote-giurista perde il suo ruolo di sapiente a cui rivolgersi per ottenere giustizia perché con delle leggi ben definite cessava il suo ruolo di giudice sapiente, e fu sostituito dal nobile-giurista.
Dopo la morte di Cornelio Labeone, giurista che difendeva l'autonomia della giustizia dallo Stato, la politica e la giustizia divennero un tutt'uno anche se non ufficialmente e strinsero un patto segreto di collaborazione. Dopo l'età augustea la giustizia finalmente divenne un organo statale a tutti gli effetti e i giuristi furono scelti fra i cittadini più ricchi e meritevoli, si concretizzò quindi quel patto di collaborazione reciproca tra politica e giustizia.
- Storia
- Storia Antica