Olim pastor quidam amicos ad convivium invitaverat, ut nuptias suas celebraret.. Magnus numerus convivarum ead epistulas convenerat et magna cum laetitia et clamoribus inter epulas et pocula convivabantur. Increbresceret. Eorum laetos clamores cum lupus audisset, ex proxima silva ad iunuam domus pastoris venit ut videret quid esset. Cum multarum ovium ossa, quae passim humi ante ianuam iacebant, vidisset, convivas severe his verbis obiurgavit:”Hoc impuneoves multas mactavistis ut eas comederetis; ego, contra,si ieiunus unam uvium sumo ne fame conficiar, statim cum fustibus et canibus totam silvam pervestigatis et multas insidiasparatis ut me inquiratis et puniatis. Neque tamen ego cibi aviditate impellor unt oves rapiam et vorem, sed fame. Vos autem multas oves mactatis ut diem festum celebretis”.Tunc uns ex convivis:At nos nostras oves comedimus, non alienas.
Versione tradotta
un giorno un tale pastore aveva invitato gli amici ad un banchetto per celebrare le sue nozze. un grande numero di commensali si era radunato al pranzo e banchettavano con grande gioia e applausi tra cibi e bevande. un lupo, poichè aveva udito i loro allegri rumori, giunse dal vicino bosco alla porta della casa del pastore per vedere che cosa c'era. avendo visto le ossa di molte pecore che giacevano da tutte le parti a terra davanti alla porta, rimproverò severamente i commensali con queste parole: "voi avete ucciso impunemente molte pecore per mangiarle, io, invece, se , affamato, prendo una delle pecore per non essere ucciso dalla fame, subito ricercate x tutto il bosco con i bastoni e con i cani e disponete molte trappole per cercarmi e punirmi. e tuttavia io non sono spinto dall'avidità del cibo a rapire e divorare le pecore, ma dalla fame. voi, invece, uccidete molte pecore per festeggiare un giorno di festa". allora uno tra i commensali: "ma noi mangiamo le nostre pecore, non di altri
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