Lupus, dum per vastum campum deambulat, forte oculos ad caelam levat et in alta rupe pulchram capellam videt. Tum lupus famelicus, quia teneram capellam vorare vult, blandis dolosisque verbis timidam bestiolam allicit: De alta rupe, pulchra capella, in campum descende: illic nullus cibus est tibi aptus, hic autem pabula laeta odorosaeque herbae tibi florent.” Tum capella, parva sed cauta, prompte respondet lupo: Timida videor sed stulta non sum: nam dolum tuum intellego et in hac rupe, ubi tuta sum, manere malo!. Ut fabella docet, verba malorum, etiam si blanda sunt, semper insidias celant, quia improbi bonis semper insidias tendunt.
Versione tradotta
Un lupo, mentre cammina per un vasto campo, per caso alza gli occhi al cielo e vede una bella capretta su di unalta rupe. Allora il lupo affamato, poiché vuole divorare la tenera capretta, attira la timida bestiola con parole carezzevoli ed ingannatrici: Dallalta rupe, o bella capretta, scendi nel campo: lì non cè nessun cibo adatto a te, qui invece per te fioriscono pascoli rigogliosi e germogli profumati. Allora la capretta, che è piccola ma cauta, prontamente risponde al lupo: Sembro timida, ma non sono stolta: infatti capisco il tuo inganno e preferisco rimanere su questa rupe, dove sono salva!. Come insegna la favola, le parole dei cattivi, anche se sono carezzevoli, celano sempre insidie, poiché i malvagi tendono sempre insidie ai buoni.
- Letteratura Latina
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- Versioni dai Libri di Esercizi