Lupus et agnus, siti compulsi, ad eundem venerant rivum. Lupus loco superiore stabat, agnus loco multo inferiore. Ille, fauce improba incitatus, hunc necare volebat; quare causam iurgii intulit falsis accusationibus. Primum his verbis agnum accusavit: “Turbulentam facis mihi bibenti aquam”; cui agnus respondit: “Hoc possibile non est, quod aqua decurrit a te ad me”. Deinde lupus: “Sex mensibus ante” inquit “mihi maledixisti”; et agnus: “Sex mensibus ante natus non eram”. Denique lupus: “Pater hercle tuus mihi maledixit”, atque agnum correptum iniusta laceravit nece. Qui fictis causis innocentes opprimunt, in hac fabula maximum suae improbitatis exemplum inveniunt.
Versione tradotta
Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, erano giunti allo stesso fiume. Il lupo stava nella parte superiore, l'agnello in un luogo molto più in basso. Quello, sollecitato dalle fauci malvagie,, voleva ucciderlo; perciò presentò una causa di litigio con false accuse. Dapprima accusò l'agnello con queste parole: "Rendi torbida l'acqua a me che bevo"; a cui l'agnello rispose: "Questo non è possibile, perché l'acqua scorre da te verso me". Allora il lupo: "Sei mesi fa - disse - hai parlato male di me"; e l'agnello: "Sei mesi fa non ero nato". Allora il lupo: "Per Ercole, tuo padre ha parlato male di me" e preso l'agnello lo uccise con una morte ingiusta. Coloro che opprimono gli innocenti con false accuse, trovano in questa favola il massimo esempio della loro malvagità.
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