C. Plinius Cornelio Prisco suo s.
Audio Valerium Martialem decessisse et moleste fero. Erat homo ingeniosus, acutus, acer et qui plurimum in scribendo et salis haberet et fellis nec candoris minus. Prosecutus eram viatico secedentem; etsi dederam hoc amicitiae, dederam etiam versiculis, quos de me composuit. Fuit moris antiqui eos, qui vel singulorum laudes vel urbium scripsissent, aut honoribus aut pecunia honorare; nostris vero temporibus ut alia speciosa et egregia, ita hoc in primis exolevit. Nam postquam desiimus facere laudanda, laudari quoque ineptum putamus. Meritone eum, qui pulcherrimos versus de me scripsit, et tunc dimisi amicissime et nunc ut amicissimum defunctum esse doleo? Dedit enim mihi, quantum maximum potuit, daturus amplius, si potuisset. Tametsi, quid homini potest dari maius quam gloria et laus et aeternitas? Quamquam fortasse non erunt aeterna, quae scripsit, ille tamen scripsit tamquam essent futura. Vale
Versione tradotta
Gaio Plinio invia i suoi saluti al caro Cornelio Prisco.
Apprendo che è morto Valerio Marziale e mi dispiace molto. Era un uomo ricco dingegno, fine, penetrante, e che nello scrivere dimostrava moltissima salacità, asprezza e una non minore limpidezza di rappresentazione (plurimum
salis
fellis
candoris [partitivo]: moltissimo sale
fiele
limpidezza). Avevo dato a lui che partiva il denaro per il viaggio; sebbene glielo avessi dato per la (nostra) amicizia, nondimeno glielavevo dato anche per i versi che scrisse su di me. Era (proprio) del costume antico ricompensare con riconoscimenti pubblici (honores) o denaro coloro che avessero tessuto le lodi di singoli (individui) o di città; ai nostri tempi, invero, anche questa, così come altre usanze ammirevoli e lodevoli, è caduta in disuso tra le prime. Infatti, dopo aver cessato di compiere azioni degne di lode, riteniamo stupido anche essere lodati. Non è forse giusto aver fatto partire allora, con la massima amicizia, colui che scrisse su di me versi bellissimi e piangerlo, ora che è venuto a mancare, come un amico strettissimo (lett. Non giustamente feci partire
e lo piango)? Mi diede infatti tutto quel che poté, e mi avrebbe dato di più (amplius), se avesse potuto. Tuttavia, che cosa si potrebbe dare a un uomo di più grande della gloria, del plauso e dellimmortalità? Per quanto, forse, non saranno immortali le cose che scrisse, comunque egli le scrisse come se dovessero esserlo. Stammi bene.
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