Il povero a Roma - Studentville

Il povero a Roma

La situazione dei poveri a Roma.

Nel mondo Romano, il povero era una persona emarginata dalla società. Secondo i ricchi, i poveri erano contenti della loro condizione e, sempre secondo i ricchi, erano i soli colpevoli della loro condizione. È molto difficile stabilire quanti fossero i poveri a Roma in quanto non era possibile quantificarli.

Vi erano più livelli di povertà: alcuni possedevano qualcosa, come ad esempio una baracca o qualcosa da mangiare, mentre altri erano veri e propri mendicanti. Costoro sopravvivevano trovando riparo sotto i ponti, i porticati delle scale, cantine o strade o nei mausolei fuori città (il Mausoleo di Augusto, a Nord del Campo Marzio, il Mausoleo di Adriano, l'odierno Castel Sant'Angelo, vicino al colle Vaticano, il Mausoleo di Cecilia Metella sulla via Appia…). Se erano fortunati potevano costruirsi dei tuguri, baracchette che insieme formavano varie "Bidonville", solitamente ai margini della città, avvolta sui tetti delle botteghe, oppure addossati agli edifici pubblici.

Le loro condizioni igieniche erano catastrofiche. Mentre i ricchi potevano attingere acqua dagli acquedotti (soprattutto per le grandi ville: la villa dei Quintili sulla via Appia era rifornita dall'Aqua Marcia, la villa dei Sette Bassi sulla via Latina era rifornita dall'Aqua Claudia, la villa dei Gordiani sulla via Prenestina era rifornita dall'Aqua Virgo), il povero doveva prendere l'acqua dalle fontane pubbliche che potevano facilmente inquinarsi: proprio per questo motivo il povero era la prima vittima quando scoppiava un'epidemia.

La povertà era visibile sia nella malnutrizione che nel vestiario. Vestirsi di stracci era la norma, infatti i resti di vestiti che ci sono pervenuti sono regolarmente riempiti di toppe; in queste condizioni la morte era uno spettacolo quotidiano: ne derivò un indurimento della sensibilità. Erano all'ordine del giorno cadaveri gettati nelle strade, malati lasciati a morire nell'immondizia, neonati abbandonati su mucchi di letame. Cani e uccelli cercavano cibo tra i cadaveri e ne dilaniavano le membra.

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