Il Primo Triumvirato e la Vittoria di Cesare - Studentville

Il Primo Triumvirato e la Vittoria di Cesare

La morte di Catilina e il ritorno di Pompeo dall’Asia sembrava avessero rinsaldato la posizione dell’oligarchia senatoria, ma Pompeo si trovò di fronte l’opposizione del Senato e due rivali: Crasso e Cesare. L’atteggiamento dei Senatori, che rifiutarono di concedere le terre ai suoi veterani, spinse Pompeo a intendersi con Crasso e Cesare, coi quali strinse un accordo prima segreto e poi palese, di carattere privato, che fu detto triumvirato, per una spartizione amichevole delle forze militari e dei comandi nelle province.

A Cesare fu assicurato il consolato per l’anno 59 a. C., Pompeo ebbe il governo della Spagna, Crasso il comando di una spedizione in Asia contro i Parti; a Cesare toccò inoltre per cinque anni il comando della Gallia Narbonese. L’accordo ebbe attuazione pratica coll’elezione di Cesare al consolato; egli fece approvare la legge che assicurava la distribuzione di terre ai veterani di Pompeo, i cui provvedimenti d’Oriente furono ratificati.

Cesare poté quindi intervenire nella Gallia dove lo avevano chiamato in aiuto gli Edui, minacciati da una migrazione dalla Svizzera della forte tribù celtica degli Elvezi: respinse gli Elvezi, ricacciò Ariovisto capo dei Suebi oltre il Reno e sconfisse i Belgi (56 a.C.), avviando così l’unificazione della Gallia sotto il dominio romano. Dopo questi successi pensò alla conquista della Britannia, dove sbarcò negli anni 55 e 54 a.C., ma non poté insistere in questa impresa a causa della rivolta generale dei Galli sotto Vercingetorige (52 a.C.), un guerriero arverno di eccellenti qualità militari, che Cesare costrinse a chiudersi in Alesia e a darsi prigioniero: la Gallia nel 51 a.C. era sottomessa.

Durante la guerra gallica a Roma non erano cessati i disordini e si avvertiva il bisogno di stabilire un maggiore equilibrio fra i triumviri. Così nel convegno di Lucca del 56 a. C. si concordò che Cesare e Pompeo, divenuti consoli per l’anno 55 a.C. avrebbero fatto confermare a Cesare il governo della Gallia per altri cinque anni, mentre a Crasso sarebbe stata assegnata per un identico periodo la provincia di Siria e a Pompeo il governo della Spagna. L’equilibrio fu rotto nel 53 a.C. per la morte di Crasso nella guerra contro i Parti: restavano di fronte Cesare e Pompeo.

Il conflitto tra i due avversari scoppiò nell’anno 50 a.C.. Pompeo voleva conseguire il primato a Roma con il consenso e la sanzione del Senato; Cesare senza scrupoli costituzionali mirava a un potere fondato sull’appoggio dell’esercito. A una dubbia decisione del Senato di sostituirlo nel comando della Gallia, Cesare, non avendo altra via che la ribellione per conservare il proprio potere, si oppose con la forza e nella notte del 10 gennaio dell’anno 49 a.C. varcò in armi il Rubicone (che segnava il confine fra l’Italia propria e la Gallia Cisalpina), occupò Rimini e avanzò su Roma, dalla quale fuggirono Pompeo e il Senato, passando nell’Illiria e poi in Macedonia. La battaglia decisiva fu combattuta a Farsalo in Tessaglia, e Pompeo, vinto, fuggì in Egitto dove Tolomeo XIV lo fece uccidere a tradimento (48 a. C.).

Cesare, occupata l’Italia e le isole, passò in Egitto dove assegnò a Cleopatra il potere tolto a Tolomeo XIV e sconfisse in una rapida campagna Farnace, figlio di Mitridate. Nel 47 intraprese la campagna d’Africa che rapidamente concluse a Tapso (febbraio del 46); i superstiti seguaci di Pompeo fuggirono in Spagna, ove la resistenza anticesariana fu spezzata definitivamente con la vittoria di Munda, nel marzo del 45 a. C.

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