Il termine "autobiografia" deriva da tre espressioni greche: autòs (se stesso), bios (vita), grafia (scrittura); essa significa, pertanto, "narrazione scritta della propria vita".
Le narrazioni autobiografiche contengono storie di persone realmente vissute, raccontate come in un romanzo da loro stesse. Il racconto avviene, perciò, in prima persona: il protagonista parla di sé e del proprio passato, delle proprie esperienze di vita e dei fatti e avvenimenti più importanti. Il racconto autobiografico è un modo per riappropriarsi della propria esistenza, per lasciare traccia della propria vita, mettendo nero su bianco le proprie esperienze.
A differenza del diario, in cui chi scrive narra per sè, nell’autobiografia si narra per gli altri, per renderli partecipi del proprio passato. Di solito, chi vuole lasciare un ricordo di sé, è un personaggio noto, appartenente al mondo della letteratura, della politica, dello spettacolo, dell’arte, dello sport. Può anche essere, però, una persona comune che ha vissuto un’esperienza degna di essere comunicata per la sua eccezionalità.
Storia e struttura del racconto autobiografico
La prima autobiografia è "Tristia" di Ovidio (poeta latino nato nel 43 a. C.), in cui il poeta racconta le vicende legate al suo esilio sotto l'imperatore Augusto.
La struttura del racconto autobiografico è lineare e ricalca le fasi della vita di chi scrive in senso cronologico; l’incipit parlerà del periodo della nascita e il racconto proseguirà con il racconto dei primi anni di vita, il tipo di educazione ricevuta, i primi studi, i primi incontri di amici e di amori, e si concluderà con il racconto della fase adulta e matura. Ovviamente non sono descritti tutte le esperienze in maniera approfondita, ma in genere vengono narrati i momenti chiave e significativi della vita. Lo schema è abbastanza semplice e il linguaggio è diretto e personale, scritto in prima persona dall’autore.
- Tesine